Vicenza, Balzaretti: "Sabatini è stato il mio padre calcistico. Ho imparato molto anche da Massara"
Ci sono modi differenti per intraprendere un nuovo percorso professionale. C'è chi preferisce un approccio graduale e chi ama misurarsi fin da subito con sfide impegnative. Quest'ultima strada sembra essere quella intrapresa da Federico Balzaretti, ex calciatore di Torino, Palermo e Roma (con la quale ha iniziato a muovere i primi passi da dirigente), nuovo direttore sportivo del Vicenza penultimo in Serie B. "La sosta del campionato credo sia stato il momento migliore per entrare in questa nuova realtà - racconta ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com il dirigente biancorosso -: senza gare ho avuto modo di capire e iniziare a muovermi per incidere sulle prime cose. Posso dire di essere molto contento di quello che ho trovato: una società seria, strutturata e ambiziosa alla quale ho portato il mio entusiasmo. Se non ci fosse la classifica sarebbe tutto davvero fantastico".
Il campo, oggettivamente, piange. Cosa le ha chiesto la proprietà al momento del suo arrivo?
"Di essere semplicemente me stesso. Con il presidente ci siamo incontrati e abbiamo capito di avere idee comuni per fare in modo di tirare fuori il meglio dalla squadra e uscire da questa situazione. Come ho detto, sono arrivato con entusiasmo, passione e con il bagaglio delle mie esperienze che metterò a disposizione".
Solitamente ai calciatori si chiede se c'è un grande ex del passato da cui trarre ispirazione. Declinando la stessa domanda ad un direttore sportivo, lei chi citerebbe?
"Nella mia carriera da calciatore ho avuto la fortuna di lavorare con tanti grandissimi professionisti, ma ce ne sono tre che reputo straordinari e che posso dire abbiano influenzato il mio approccio a questa professione. Il primo è, senza dubbio, Walter Sabatini che reputo il mio padre calcistico. Abbiamo lavorato assieme a Palermo e a Roma. Nella Capitale, poi, una volta smesso con il calcio giocato è stato lui a darmi la possibilità di misurarmi con il mondo dirigenziale e non posso far altro che dirgli grazie. Il secondo è Frederic Massara. Caratterialmente siamo persone diverse, ma nel periodo che abbiamo trascorso insieme in giallorosso ho avuto modo d'imparare da lui molto sul piano organizzativo e della programmazione del lavoro. Infine c'è Monchi: un professionista esemplare che anche lontano dall'Italia ha dimostrato essere una persona in grado dare molto a questo mondo".
Tornando all'attualità qual è stato, invece, l'approccio con Cristian Brocchi. Dopo tanti duelli in campo adesso siete dalla stessa parte...
"Ho avuto modo di apprezzarlo anche da tecnico durante il mio periodo alla Roma e la sua avventura da tecnico del Brescia dove mandammo alcuni ragazzi in prestito. È un allenatore molto preparato, meticoloso e che mette grande passione nel suo lavoro. L'idea comune, che ovviamente riguarda anche tutto il resto della società, è di compattarsi per uscire da questo momento di negatività. Anche perché il passato oramai non si può più cambiare".
Il futuro, guarda caso, parla proprio di Brescia e della sfida con la formazione allenata da Filippo Inzaghi. Che squadra è quella delle Rondinelle?
"Si tratta di una squadra costruita per vincere il campionato e la loro posizione in classifica lo dimostra chiaramente. Hanno una rosa composta da calciatori importanti e il valore di Inzaghi, visto quello che è riuscito a fare col Benevento, non credo debba dirlo io. È stato il campo a dimostrarlo. In più la rivalità che esiste fra la nostra tifoseria e quella del Brescia sarà un ulteriore fattore di carica da parte nostra. Saremo nel nostro stadio e questo dovrà essere un fattore importantissimo".
Ultima domanda che più banale non si può. È in arrivo il mercato di gennaio: si è già fatto un'idea su come intervenire considerando anche i giocatori infortunati che ancora devono rientrare a disposizione?
"Il fattore dei calciatori infortunati è senza dubbio da tenere in considerazione. Anche loro dovrò conoscerli, oltre che sul piano tecnico anche su quello umano. Dalla mia esperienza di calciatore, infatti, mi porto dietro la convinzione che a prescindere dalle qualità di calciatore non sempre si riesce ad esprimerci allo stesso modo in ogni squadra, in ogni piazza. Per questo l'aspetto umano è importantissimo. Questo rientra nel capire il reale valore di questa squadra. Per le mere valutazioni di mercato, invece, credo che sia presto. Adesso dobbiamo concentrarci sul presente, per migliorare la nostra classifica. Dobbiamo credere tutti in questa salvezza. In fondo, si può dire, che il mercato di gennaio saranno proprio i ragazzi che sono già qua a farlo".