Vimercati: "Qui in Armenia Mkhitaryan è un punto di riferimento. Quando gioca la Roma la vedono tutti". AUDIO!
Valerio Vimercati, portiere italiano che milita nel Noah Yerevan e reduce dalla vittoria ottenuta dal suo club in Coppa d'Armenia, è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto, ai microfoni di Francesco Benvenuti: "Me lo sono chiesto anche io come sono finito qui. Quando mi è arrivata la proposta, un anno fa, ho cercato su Google dove fosse l'Armenia... Sono arrivato qua attraverso il Portogallo, dove ho giocato nelle tre stagioni precedenti. Finché il presidente non mi ha fatto sapere dell'offerta, e ho deciso di buttarmi, accettando questa possibilità".
La sua storia ha a che fare anche con il Milan.
"Esatto. Sono arrivato lì a 8 anni e ci ho fatto tutte le giovanili, prima di passare da Pro Vercelli, Spezia e Torino. Lì ho deciso di andare in Serie B, perché ho realizzato che avevo messo davanti il calcio rispetto alla scuola, una scelta per me stupida. Ero demoralizzato per quanto avvenuto a Torino, quindi ho aspettato due anni perché sapevo avrei avuto questa chance in C portoghese. Lì ho fatto tre buone stagioni che mi hanno permesso di continuare a girare e fare quello che mi piace".
Quali ricordi dell'ambiente Milan?
"Che dire... Quando ero bambino era il mio obiettivo. Giocavo in porta, poi mi ero stancato e avevo cominciato a giocare pure un po' fuori. Da milanista volevo andare a tutti i costi al Milan, sapevo che c'era un osservatore loro un giorno e mi sono voluto mettere in porta. Poi mi ci sono seduto accanto per 2-3 ore e gli ho fatto una testa tanta per un provino. Al Milan ho avuto intorno a me gente che ha masticato calcio per tutta una vita, vincendo qualsiasi titolo e riconoscimento. Quell'esperienza mi ha formato, calcisticamente sono ancora quel ragazzo là, le idee non cambiano".
Al di là dei singoli, a che livello è il calcio armeno?
"Qua Mkhitaryan è punto di riferimento, anche perché non ci sono tanti altri come lui... C'è Adamyan che sta facendo bene nell'Hoffenheim, ma il riferimento è lui. Il livello del campionato è molto particolare, ho sempre fatto fatica a fare un paragone: ci siamo trovati a giocarci il campionato con una squadra che non si è qualificata ai gironi di Europa League perché ha perso ai rigori l'ultimo turno preliminare. Affronti squadre attrezzate per fare l'Europa, e poi c'è invece la decima che a un certo punto ha desistito e non ha fatto più nemmeno un punto. Tranne i primi, per il resto ci sono quattro-cinque squadre più o meno sullo stesso livello, è molto equilibrato. Non saprei però fare una comparazione con l'Italia".
C'è passione verso il calcio in Armenia?
"Sì, è molto seguito, anche se soprattutto dal divano. Le partite sono in diretta sui canali nazionali e anche in streaming su YouTube: tutti possono stare comodamente a casa. Vero anche che il clima adatto per vedersi una partita lo si trova forse solamente da settembre a marzo. Si inizia ad agosto, poi ci sono tre mesi di pausa invernale perché si arriva anche a -20 gradi, prima di finire a maggio-giugno dove si arriva anche a 35 gradi. Per dire, ora ce ne sono 40 di gradi... La mia società è poco seguita perché è di un anno fa, è stata rilevata un'altra squadra. Però la passione c'è, soprattutto per le grandi partite europee. E poi Mkhitaryan: in qualsiasi bar, posto, e anche sulla tv nazionale, quando gioca la Roma sono tutti lì a vederla".
Mai pensato a un ritorno?
"Dal momento in cui sono uscito dall'Italia ho cambiato anche stile di vita, godendosi il momento. Sono molto affascinato dal mondo orientale, e se dovessi dire quale calcio mi interessa conoscere, dico quello. Ovviamente seguo ancora il calcio italiano, sono sempre un tifoso del Milan, ma sul ritorno direi che ovviamente è difficile... Dall'Armenia non si può arrivare diretti in Serie A, e pure in B credo sia difficile. Per tornare vorrei una proposta da protagonista, un'offerta in cui vado a giocare. Però adesso ho deciso di rinnovare ancora per un anno con gli armeni, sono curioso di capire dove possiamo arrivare con i preliminari europei, seppure essendo società nuova abbiamo pochi punti nel coefficiente UEFA: sicuramente pescheremo uno squadrone al primo turno, ma insomma ho deciso di restare per questi motivi".
Da tifoso, le piace questo Milan?
"Secondo me il Milan del passato, più che per i risultati, è molto lontano a livello di mentalità. Non mi piace espormi, ma oltre a dare valore al lavoro di Pioli si inizia anche a vedere quanto fatto da Maldini e Boban. Stamattina parlavo con un amico, e ricordavo le interviste di Boban, quando si lamentava del progetto definito senza interpellare i diretti interessati. Il passo indietro della società dà ragione a questo, e la conferma di Pioli, con lui poi penso anche Maldini e Ibra, vuol dire che ci possiamo ancora avvicinare a quella che era la mentalità. Se c'è qualcuno che oggi può spiegarla, quello è Maldini".