.

Viola: "Lo stadio di proprietà farà la Roma più forte. Mio padre ne era convinto"

di Maurizio Rasa

La consegna del progetto per il nuovo stadio della Roma a Pietralata rappresenta una svolta storica per i tifosi giallorossi. Riccardo Viola, figlio dell’indimenticabile presidente Dino Viola, ha commentato, ai microfoni de Il Corriere della Sera, con emozione questa pietra miliare, dichiarando: «Finalmente ce l’abbiamo fatta. Anche noi romanisti avremo il nostro stadio». Un sogno che il padre Dino inseguì per anni e che ora, sotto la guida dei Friedkin, sta per diventare realtà.

Papà Dino ci ha provato fino all'ultimo. Quale era il suo obiettivo dell'epoca?
«Lo stesso che hanno i Friedkin oggi. Lo stadio di proprietà farà la Roma più forte. Mio padre ne aveva ancora di più la necessità».

Torniamo a 40 anni fa. Racconti.
«La Roma di papà riuscì nell'impresa di sfidare le big del nostro calcio e di quello Europeo. Da grande manager. Ad un certo punto però Dino Viola non bastava più. All'epoca il club viveva di diritti tv e biglietteria. Nel 1986, con la novità di Berlusconi al Milan, ha dovuto vedersela con tre potenze. C'erano anche Agnelli con la Fiat e Moratti con l'attività petrolifera. La nostra era un'azienda familiare».

La Roma non poteva più competere, dunque, con la Juve, l'Inter e il Milan. Con lo stadio di proprietà ce l'avrebbe fatta?
«Papà ne era convinto. Avrebbe costruito una cittadella dello sport da vivere quotidianamente. Voleva che ci fosse anche una chiesa. Ma quando fu scelta la Magliana, diventò presto impossibile andare avanti».


Altre notizie
PUBBLICITÀ