2017, l'anno dei rinnovi
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Il 2017 è stato l’anno dell’arrivo a Roma di Monchi, che, tra le altre cose, ha cambiato la tendenza per quanto riguarda i rinnovi di contratto, mettendone a segno ben sei nel giro di sei mesi, un po’ per necessità e un po’ per strategia, dopo anni in cui si è preferito quasi sempre cedere e sostituire.
KEVIN STROOTMAN - La prima firma arrivata, il 29 maggio, è stata quella fino al 2022 del centrocampista olandese, un immediato mattone del futuro a meno di 24 ore dalla fine della carriera di Francesco Totti. Ovviamente non c’è nessun legame strategico con l’ex capitano, ma quello del numero 6 era un rinnovo molto atteso, visto che il suo contratto scadeva il 30 giugno 2018. La così tarda conclusione della trattativa, comunque mai messa in discussione dai protagonisti, ha però costretto le parti all’inserimento di una clausola di risoluzione, il cui valore si aggira intorno ai 45 milioni e la cui attivazione è vincolata a precise tempistiche: la Roma avrà così meno controllo sul cartellino del suo giocatore, ma non rischierà di non avere tempo per sostituirlo in caso di un addio che comunque garantirebbe una corposa plusvalenza.
DANIELE DE ROSSI - Situazione completamente diversa quella del successore di Totti, che, curiosamente, condivideva con l’ex numero 10 la data di scadenza del suo contratto, il 30 giugno 2017. L’ipotesi che si potessero perdere entrambi in un colpo solo aleggiava, ma non è mai stata realmente presa in considerazione; la volontà delle parti di continuare il rapporto ha fatto il resto e non ci sono stati problemi ad arrivare addirittura all’ultimo mese del vecchio contratto per firmare il prolungamento: il 31 maggio è stato ufficializzato il rinnovo per altre due stagioni (le ultime) di quello che ormai è diventato Capitan Presente.
RADJA NAINGGOLAN - Il belga è uno dei romanisti più amati dai tifosi e uno dei giocatori dal maggior rendimento: impossibile che l’Europa non se ne accorgesse e infatti il Chelsea ha, più di una volta, provato a prendersi il centrocampista e ad accontentare Antonio Conte. In realtà le esigenze di mercato non erano così pressanti, in quanto il numero 4 aveva già prolungato il suo accordo nell’estate del 2015 per 5 anni, un contratto lungo che permetteva già alla Roma di controllare con facilità la situazione: a scanso di ogni equivoco, si è comunque deciso di premiare Nainggolan con un ulteriore adeguamento fino al 2021, vale a dire fino ai suoi 33 anni, anche in virtù della promessa del belga, poi rispettata, di rifiutare il Chelsea e di voler continuare nella Capitale. Con un tocco di ironia e una firma apposta il 28 luglio su un tavolo a strisce nerazzurre, per ricordare a qualcuno di dovere che certe cose si possono guardare, ma non toccare.
FEDERICO FAZIO - Al momento del suo arrivo a Roma, c’era un po’ di scetticismo sulla possibilità che l’argentino potesse essere un elemento di valore e la stessa Roma gli aveva fatto firmare un triennale: una volta toccato con mano che si era acquistato un Comandante e non un soldato semplice, sono partite le trattative per un rinnovo ufficializzato lo scorso 30 ottobre fino al 2020, che ha gratificato il calciatore e permesso alla Roma di proteggersi da eventuali spifferi di mercato.
KONSTANTINOS MANŌLAS - Se c’era un caso più complesso degli altri, era sicuramente quello del difensore greco. Per mesi, anche sotto il comando delle operazioni da parte di Walter Sabatini, sono andati avanti i contatti con l’entourage del greco per un rinnovo ampiamente meritato viste le sue prestazioni in campo e le pretendenti per il suo cartellino, contatti che però hanno più volte portato a un nulla di fatto. Si è dunque arrivati a due anni dalla scadenza dell’accordo, momento in cui il bivio è inevitabile: o prolungamento, o cessione nell’ultima estate di massima monetizzazione del cartellino. La Roma, ed è storia nota, aveva scelto la seconda via, con un accordo con lo Zenit San Pietroburgo trovato senza troppi problemi e il calciatore che sembrava pronto ad accettare la destinazione, salvo poi rifiutarla ad affare quasi concluso. Le incombenze del financial fair-play hanno costretto i giallorossi a organizzare rapidamente la cessione al Chelsea di Antonio Rüdiger e a mantenere in rosa un calciatore col forte rischio di vederlo deprezzato più avanti. Finito il mercato, non c’è più stata alternativa, anche a costo di farsi carico di una spesa non preventivata: il 2 dicembre è arrivata l’ufficializzazione del rinnovo del suo contratto fino al 30 giugno 2022, con aumento e clausola risolutiva, il cui ammontare non è noto ufficialmente ma che si aggira sui 35 milioni di euro, un valore quantomeno più tranquillizzante rispetto a quello che il suo cartellino avrebbe avuto se si fosse arrivati a un anno dalla scadenza.
DIEGO PEROTTI - 2019 era la data di scadenza del contratto di Mohamed Salah e Leandro Paredes, ceduti a Liverpool e Zenit San Pietroburgo, ma anche quella di Diego Perotti, problema mediaticamente sottovalutato ma situazione analoga a quella di Manōlas e dei due citati, a cui Monchi ha posto rimedio prolungando l’accordo del monito fino al 2021, firma ufficializzata l’8 dicembre.