.

Al centro del problema

di Luca d'Alessandro

Nella Roma di questa prima parte di stagione sono finiti sotto processo molti aspetti. Il maggior imputato è senza dubbio il tecnico Rudi Garcia, reo di non dar un gioco brillante alla squadra, di incaponirsi su qualche giocatore e di schierare giocatori fuori ruolo. Critiche non sono state lesinate anche ai vari reparti della squadra, a partire dal dualismo Szczesny-De Sanctis, passando per una difesa in cui in estate sono stati venduti Romagnoli, Yanga-Mbiwa, non è stato riscattato Astori, fino ad arrivare a un attacco pensato e rivoluzionato per il grande colpo di mercato: Edin Dzeko, ora fermo ai box per un infortunio. Le partite di questo inizio di stagione, però, evidenziano come la Roma sia una squadra lunga, spaccata a metà fin dall’inizio della gara, che riesce ad affidarsi molto spesso soltanto ad azioni singole dei tre attaccanti di turno, ricorrendo al lancio lungo. Questo dipende dal reparto mediano che in questo momento sta soffrendo più di tutti, quasi a scomparire in alcuni momenti di gioco. Non a caso è considerato il reparto nevralgico. La prima Roma di Garcia aveva trovato il jolly in quel Kevin Strootman che rischia di diventare uno dei maggiori rimpianti della storia giallorossa. A sopperire numericamente e qualitativamente l’assenza dell’olandese ci aveva pensato Nainggolan, talmente bene da essere per distanza il migliore della Roma nella passata stagione. Il reparto è una sorta di coperta corta per la squadra:

FASE DIFENSIVA - La mancanza (momentaneamente?) in difesa di un vero compagno per Manolas fa sì che De Rossi sia stato arretrato, facendo sì che il centrocampo riesca a fare meno schermo al reparto difensivo. I 35 anni e 10 mesi di Keita si stanno sentendo tutti e non riesce a tenere fisicamente per i 90’. Pjanic da sempre dà il meglio di sé in fase di palleggio e di attacco. Nainggolan si sta scoprendo mediano con il Belgio, ma da mediano vengono limitate le sue qualità.

FASE OFFENSIVA - Pjanic è l’unico giocatore offensivo del centrocampo della Roma. Il bosniaco è quello che sta giovando più di tutti degli spazi che crea Dzeko, sfornando assist e realizzando gol su punizione. Manca ancora però nel riuscire a caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti difficili e cala appena si alza il ritmo di gioco. Il suo sostituto naturale, Uçan, è un vero e proprio mistero. De Rossi quando fa il centrocampista è più un quinto difensore, facendo sì che l’intermedio di turno da Nainggolan a Keita (in un 4-2-3-1), in assenza di una vera manovra di gioco palla a terra, sia costretto a sudare 7 camicie per accorciare la distanza trai reparti.

ALTERNATIVE - Forse l’aspetto più sottovalutato o sopravvalutato, vedi le condizioni di Strootman. De Rossi, Nainggolan, Pjanic è il terzetto titolare. Dietro a loro l’unico in grado di sostituire i 2/3 del reparto è Keita. Uçan vedi sopra e Vainqueur è ancora in fase di rodaggio, ma la mezz’ora di Borisov ha già significato una sua mezza bocciatura.

NAINGGOLAN - È l’unico che può far fare il salto in avanti al reparto. Finora il ninja è l’uomo che più manca alla Roma. Solo lui riesce a dare costanza, sostanza e qualità al reparto e di conseguenza accorciare questa spaccatura tra difesa e attacco che viene a crearsi durante il gioco.


Altre notizie
PUBBLICITÀ