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Allegria e passione, forza e personalità, il ritorno di Maicon

di Alessandro Carducci

“Maicon ci è mancato lo scorso anno”. Non ha usato giri di parole il dg della Roma, Mauro Baldissoni, parlando del terzino destro brasiliano che, nella passata stagione, è stato costretto a rimanere ai box per tutto il girone di ritorno per un problema al ginocchio. A nulla sono valse le cure del dottor Cugat a Barcellona e, negli ultimi mesi (ma anche negli ultimi giorni), non fanno che susseguirsi voci di un suo possibile addio alla Roma. Voci continue e insistenti, che hanno fatto da sottofondo alla guarigione del calciatore. Non lo hanno scalfito perché lui è abituato a lavorare e a rispondere in campo: “Voglio allenarmi ogni giorno e dare il meglio in campo, poi voglio alzare trofei, una squadra come la Roma non può stare così tanto tempo senza alzare nulla”, le sue parole a Roma Tv una ventina di giorni fa. Scalpita, ha voglia di giocare e di vincere. Bisogna capirlo, considerando che in carriera ha vinto 4 scudetti, una Champions League con l'Inter (nell'anno del triplete), un campionato del mondo per club, un campionato brasiliano, oltre a varie coppe e supercoppe nazionali. Ha personalità e non ha paura di riprendere un compagno in campo. Lo fece già due anni fa con Benatia, durante la gara contro il Chievo, e si è ripetuto anche con Manolas nel precampionato. Il tutto finisce poi in campo. Quel che rimane impresso nella storia sono invece i gol, le grandi giocate dei giocatori, le grandi vittorie. Non si fa altro in questi giorni, giustamente, che parlare dei gol di Dzeko e stanno passando sotto traccia anche i due assist proprio di Maicon. Suo il pallone per il primo gol di Dzeko e suo anche il suggerimento per il timbro di Salah. Il tutto condito da alcune discese sulla fascia che non si vedevano da mesi a Roma. Era solo un'amichevole, è giusto ripeterlo all'infinito, ma Maicon c'è e ha voglia di stupire tutti. Ancora.

 


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