Bastano tre incognite per parlare di confusione?
Finora, Luis Enrique ha proposto 11 formazioni diverse in 11 partite tra campionato ed Europa League, e questo ha portato alla frettolosa conclusione che il tecnico asturiano abbia idee confuse sull’undici da considerare titolare. Ma è davvero così? Andiamo ad analizzare ruolo per ruolo le scelte dell’allenatore della Roma.
In porta non c’è alcun dubbio, il titolare è Maarten Stekelenburg, schierato sempre dal primo minuto quando disponibile e fuori dall’undici iniziale (e sostituito sempre da Bogdan Lobont) solo con Siena, Parma ed Atalanta, a causa dell’infortunio rimediato per il pestone di Lucio.
Per quanto riguarda il reparto difensivo, dopo un timido tentativo di rilanciare Cicinho, messo in campo dall’inizio nelle due partite di Europa League con lo Slovan Bratislava, e fatta eccezione per l’esperimento-Perrotta, proposto con Inter e Siena, si può dire con relativa certezza che il titolare a destra sia Aleandro Rosi, che è andato in campo dall’inizio in tutte le altre occasioni e che è stato sostituito da Cassetti e dallo stesso Perrotta solo dopo l’infortunio patito nel derby. Dall’altra parte, ancora più salda è la posizione di José Angel, titolare in 10 partite delle 11 disputate e out solo nella trasferta di Milano per squalifica. Al centro le prime incertezze: tolta la sicurezza chiamata Nicolas Burdisso, in campo dall’inizio in 9 gare su 11, non c’è un vero e proprio titolare ad affiancarlo, visto che, tolte le due presenze da titolare di Marco Cassetti, schierato centrale solo nelle due sfide di Europa League, Gabriel Heinze e Simon Kjaer, arrivati a Roma solo dopo le gare europee, hanno quasi lo stesso numero di gettoni da titolare (5-4 per l’argentino) con Juan che ha giocato dall’inizio solo due volte, in quanto rientrato da poco in gruppo degli schierabili ed oltretutto già uscitone per il nuovo infortunio patito contro il Milan.
Capitolo centrocampo: fatta eccezione per le due partite di Europa League, saltate per squalifica, Daniele De Rossi è sempre andato in campo dal primo minuto in campionato. Stesso discorso per Miralem Pjanic, schierato sempre titolare dal suo arrivo, escluse le gare con Palermo e Genoa, in coincidenza delle quali il bosniaco figurava però come infortunato. Anche in questo caso, il ballottaggio è per un posto: a contenderselo sono David Pizarro e Fernando Gago, rispettivamente con cinque e quattro presenze, che hanno più volte giocato insieme complice l’assenza di Francesco Totti che ha portato Pjanic a giocare sulla trequarti, liberando uno slot sulla linea mediana. Staccati sono Perrotta, con tre gettoni da titolare di un posto a centrocampo (quattro con il ritorno di Europa League, a squadra però incompleta) , e Simplicio, che ha giocato da titolare entrambe le gare europee ma solo una in campionato, quella con l’Atalanta.
In avanti, dopo le polemiche della doppia sfida con lo Slovan, Totti non ha mai perso la maglia da titolare, essendo schierato dal primo minuto in tutte e cinque le gare precedenti il suo infortunio, occorso nella sfida con l’Atalanta. Con lui, il punto fermo è Pablo Daniel Osvaldo, costretto a sedersi in panchina dal suo arrivo solo nella sfida di Marassi contro il Genoa. Come per gli altri due reparti, Luis Enrique ha un solo dubbio: Bojan e Fabio Borini hanno entrambi quattro gettoni, Marco Borriello ed Erik Lamela due, anche se vanno considerati gli infortuni di Totti e Pjanic che hanno liberato di fatto un posto.
Con questi presupposti, non è poi così difficile abbozzare una possibile formazione-tipo di Luis Enrique, almeno per 8/11: Stekelenburg; Rosi, Burdisso, X, José Angel; De Rossi, Y, Pjanic; Osvaldo, Totti, Z. Tre incognite, tre variabili sì importanti, ma non decisive per poter parlare di mancanza di punti fermi da parte dell’allenatore della Roma, anche penalizzato da diversi stop per infortunio di uomini chiave.