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Bojan, si attende la nuova proprietà. Josè Angel, idea prestito dal Barça. Vucinic vuole l'Italia. De Rossi? Non si tocca!

di Alessio Milone

Un lavoro continuo e costante, una squadra da costruire tassello dopo tassello come fosse un puzzle: nessun pezzo da perdere per strada, o tutta l'opera va a farsi benedire. La Roma, e Walter Sabatini in primis, sono alle prese con un lavoro simile, non affatto semplice. Iniziato molto bene con l'arrivo di Bojan, e che dovrà, adesso, proseguire altrettanto bene.

Bojan, appunto. L'ufficialità si attende a breve, ma tutto fa presagire che avverrà appena l'insediamento di DiBenedetto sarà ultimato. Il talento spagnolo, giovane promessa del calcio iberico, dovrà infatti essere il primo acquisto a stelle e strisce della nuova Roma. Partire immediatamente con un bel colpo, un talento già pronto per il grande calcio e da far esplodere definitivamente, a cui la classe sopraffina del Capitano consentirà di farne eccellere le qualità. L'unica cosa che potrebbe anticiparne - o ritardane, ma è difficile - l'annuncio ufficiale sarebbe una serie esigenze di Borsa da rispettare, strategie finanziarie da portare avanti. Cose, attualmente, relative. Attendiamo che arrivi lo "zio d'America", poi prepariamoci, dunque, ad accogliere Bojan.

A proposito di "zio d'America": Roma confida in lui, spera che sia veramente tale. È vero che, nonostante le garanzie fornite al momento della chiusura della trattativa per l'acquisizione del Club, c'è più di qualcuno che avrebbe voluto, e che vorrebbe, ulteriori garanzie da mister DiBenedetto. Perché la scelta di prendere Luis Enrique come tecnico, nonostante i parecchi consensi ricevuti, non a tutti è andata giù, in città. In molti si aspettavano, infatti, il grande nome, quello portato da un grande portafoglio. Ancelotti, per esempio. Un allenatore di fama internazionale, non un tecnico che viene da un'ottima scuola ma che, effettivamente, non ha esperienza. Però, ora c'è il buon Luìs, e va bene così. Fiducia massima a lui, e avanti con il suo progetto. Che prevede un mercato incentrato su giovani di prospettiva, da far crescere, da coltivare, e da rendere campioni.

Tra i nomi sul taccuino del ds Sabatini c'è, ed è un giovane interessante, Josè Angel Valdes Diaz. Seguito dalla Roma ma anche dal Barcellona, squadra che suscita nel ragazzo più di una lusinga. Convincerlo a venire all'ombra del Colosseo non è impossibile, ma c'è un'idea che sta iniziando ad affascinare sia lui, sia il Barça, un po' meno la Roma. Ed è quella di un trasferimento dell'esterno dallo Sporting Gijon al Barcellona, e di un prestito, poi, ai giallorossi, con eventuale riscatto e controriscatto. In questo modo: il calciatore sarebbe soddisfatto, i catalani avrebbero tra le mani il cartellino di un talento, e la Roma gli consentirebbe di crescere e fare esperienza.

Il problema, però, è che in questo modo la Roma diverrebbe sempre più una sorta di Barcellona in miniatura. E si sa che, nella Capitale, l''idea di dipendere da qualcosa, o qualcuno, non è che piaccia più di tanto. C'è voglia di essere protagonisti, di essere prime donne in Italia, sì, ma anche in Europa. E considerare il Barcellona non come una sorta di lontana "casa madre", ma come un'avversaria contro cui lottare e, magari, contro cui vincere. Sabatini, comunque, non molla la presa, e contunua a trattare con il Gijon per portare sotto il Colosseo l'intero cartellino del giocatore. La trattativa è a buon punto, c'è solo bisogno della svolta decisiva.

Infine, mercato in uscita: Vucinic è richiesto in Inghilterra, ma il montenegrino, nonostante apprezzi la Premier, desidererebbe rimanere in Italia. Per un motivo ovvio: nel Belpaese arrivano offerte da Juve e Inter; oltremanica, invece, da Tottenham e Blackburn. A tali condizioni, un trasferimento nel Regno Unito sembrerebbe quasi voler dire incamminarsi verso un beffardo tramonto anticipato. Questione Julio Sergio: sulle sue tracce, Genoa, Siena, Torino (difficile) e West Bromwich. Tutto dipenderà dalla volontà del giocatore. Guberti: Torino in pole, ma occhio alla Juventus, in cerca di un esterno. Infine, De Rossi. Una sua cessione? Idea da non prendere neanche in considerazione (se si vuole arrivare a Pastore, grande talento, arriviamoci per altre vie). Una stagione così così non può, e non deve, condizionare talmente tanto le opinioni da ipotizzare addirittura un addio di colui che, sin da sempre, abbiamo considerato "capitan futuro". È nato giallorosso, è cresciuto tale, è salito sul tetto del mondo tenendo alta la bandiera sangue e oro. Roma deve saperselo coccolare, e dargli quella fiducia necessaria a farlo tornare il campione di sempre.


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