Con la difesa a tre gli esterni non pungono: i limiti dell'assetto giallorosso
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Danilo Budite
Momento decisamente non facile per la Roma che, nell'ultima settimana, ha abbandonato la Coppa Italia e ha perso terreno in campionato pareggiando col Sassuolo. Il match di Reggio Emilia ha messo in mostra tutti i problemi dei giallorossi nell'avere una chiara identità di gioco, che sia offensiva o difensiva. A distanza ormai di mesi possiamo affermare con certezza che il passaggio alla difesa a tre non ha portato risultati significativi, anzi negli ultimi tempi abbiamo assistito a una regressione importante dei giallorossi in termini di rendimento offensivo. Abraham a parte, che sta facendo segnare grandi numeri, il resto dei calciatori offensivi della Roma sta faticando tantissimo e ciò non si deve solo alle prestazioni degli uomini d'attacco, ma in generale a un sistema che non supporta la creazione di occasioni pericolose. La Roma fatica tanto a essere pericolosa con trame di gioco consistenti e una chiave di lettura di queste difficoltà sta in un elemento fondamentale che non sta funzionando: la spinta sulle fasce. Con la difesa a tre, infatti, diventano molto importanti i cosiddetti quinti, ovvero i due esterni chiamati a supportare in maniera importante la spinta offensiva. In un campionato dove giocatori del genere fanno la differenza, basti pensare agli esterni atalantini o a Hakimi prima e Dumfries ora nell'Inter, ma anche a esempi da squadre inferiori come Singo del Torino, Faraoni nel Verona e via discorrendo, la Roma non è praticamente quasi mai riuscita a sfruttare la spinta dei suoi esterni e questo sta rappresentando un handicap importante per i giallorossi.
I NUMERI DI VINA E KARSDORP - Se andiamo a snocciolare i numeri dei due terzini titolari della Roma, capiamo la portata di questo deficit per i giallorossi. L'olandese, che lo scorso anno è stato un vero e proprio fattore, quest'anno non ha mai segnato e ha confezionato 5 assist. Di questi, però, solo uno è arrivato in campionato, nella sconfitta a Verona alla quarta giornata. Gli altri sono arrivati tutti in Conference League. Zero gol e due assist per Vina, di cui uno solo in campionato: alla seconda di campionato contro la Salernitana. Dalla quarta di campionato in poi i terzini della Roma non hanno più servito nemmeno un assist. Da quando c'è stato il passaggio alla difesa a tre, i due quinti hanno contribuito a zero gol segnati dalla Roma. Evidentemente c'è qualcosa che non va.
LE SCARSE ALTERNATIVE - Se i due titolari non riescono a pungere, Mourinho nemmeno ha delle alternative importanti a disposizione per sostituirli. A gennaio è arrivato Maitland-Niles, ma l'inglese si configura più come un'alternativa che un possibile salto di qualità rispetto ai titolari. Spinazzola è ai box e per questa stagione, anche se dovesse rientrare prima di fine campionato, difficilmente potrà essere un fattore. Una soluzione intrigante, la più interessante vista finora probabilmente, è quella di schierare Stephan El Shaarawy come quinto di sinistra. L'azzurro quando ha giocato in quel ruolo ha fatto bene e sicuramente è in grado di dare un maggiore apporto offensivo rispetto ai compagni, garantendo comunque un buono spirito di sacrificio in copertura. Il problema però è che da ormai quasi tre mesi, il Faraone non riesce a trovare continuità sotto il profilo fisico e al momento dà davvero poche garanzie.
QUALE FUTURO? - Insomma, la domanda sorge spontanea: perché insistere con la difesa a tre quando è chiaro che non sta dando i frutti sperati? Né a livello offensivo, né difensivo, questo assetto garantisce miglioramenti e, a detta dello stesso Mourinho, il sistema con la difesa a tre non è tra i suoi preferiti. Resta difficile capire perché il portoghese stia calcando la mano con questo sistema, forse trova che i giocatori siano più congeniali a un assetto del genere che alla difesa a quattro. Se fosse, però, i risultati non lo stanno dimostrando. Lo scarso apporto dei quinti è il simbolo di una scelta tattica che non ha pagato e che, giustamente, viene messa in discussione dai risultati negativi.