Costi in aumento e poche plusvalenze: la strada per il pareggio di bilancio è ancora lunga
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Si è chiusa la prima sessione di mercato condotta da Gianluca Petrachi, che ha avuto il doppio obiettivo di rinforzare la squadra tecnicamente e di tenere sotto controllo i conti. Di seguito, ecco un’analisi di quanto è cambiato a livello economico per quanto riguarda le operazioni della Prima Squadra, tenendo conto che, se i valori di acquisti e cessione sono certificati, le cifre degli stipendi non vengono comunicate ufficialmente (per i giocatori in uscita si è tenuto conto delle analisi pubblicate da La Gazzetta dello Sport, per quelli in entrata delle varie indiscrezioni pubblicate da vari organi di informazione), così le percentuali degli stessi a carico delle due società in operazioni a titolo temporaneo o le condizioni per eventuali riscatti automatici dei cartellini o maturazione di bonus. Pertanto, tali cifre non vanno prese alla lettera, ma possono essere per avere comunque un quadro generico ma verosimile della strategia intrapresa dalla Roma.
PLUSVALENZE E COSTI RISPARMIATI - Petrachi ha ultimato 15 operazioni in uscita, a cui aggiungere l’addio di Daniele De Rossi in scadenza di contratto: 6 a titolo definitivo (Kostas Manōlas al Napoli per 36 milioni, Luca Pellegrini alla Juventus per 22 milioni, Ezequiel Ponce allo Spartak Mosca per 3 milioni, Ivan Marcano al Porto per 3 milioni, Stephan El Shaarawy allo Shanghai Shenhua per 16 milioni e Gerson al Flamengo per 11,8 milioni) e 9 a titolo temporaneo (Rick Karsdorp al Feyenoord, Steven Nzonzi al Galatasaray, Ante Ćorić all’Almeria per 0,4 milioni, Gregoire Defrel al Sassuolo per 3 milioni, Robin Olsen al Cagliari, Patrik Schick al RB Lipsia per 3,5 milioni, Maxime Gonalons al Granada, Daniele Verde all’AEK Atene e Sadiq Umar al Partizan Belgrado). Le cessioni di Manōlas, Luca Pellegrini e Ponce sono state però completate prima del 30 giugno, dunque le plusvalenze da esse derivanti sono andate a migliorare il bilancio 2018-2019; in quello attuale si conteggeranno i risparmi dei loro ammortamenti e stipendi, per un totale di circa 6,5 milioni. Le tre cessioni a titolo definitivo chiuse dal 1° luglio in poi - Ivan Marcano, Stephan El Shaarawy e Gerson - hanno generato plusvalenze per 18,148 milioni oltre ai costi risparmiati di ammortamento e stipendio (solo ammortamento per il brasliiano, il cui stipendio lo scorso anno era a carico della Fiorentina), mentre le cessioni a titolo temporaneo garantiranno alla Roma di risparmiare i costi della parte di stipendio dei calciatori pagata dal loro nuovo club di appartenenza, ma non gli ammortamenti che restano a carico del club giallorosso. Inoltre, ci sono piccole quote di ammortamento di calciatori ceduti nella scorsa stagione che hanno fatto parte del bilancio 2018-2019 per un breve periodo (Alisson, Kevin Strootman, Nemanja Radonijc e Norbert Gyömbér), non più presenti nel bilancio aperto il 1° luglio. Gli effetti positivi di queste operazioni si stimano in circa 72,9 milioni di euro, composti da 18,148 milioni di plusvalenze, 7 milioni di compensi per prestiti, 12 milioni stimati di ammortamenti non più a carico della Roma e 35,8 milioni stimati di stipendi non più a carico della Roma.
NUOVI COSTI - Le operazioni in entrata sono 10: 4 a titolo definitivo (Leonardo Spinazzola dalla Juventus per 29,5 milioni, Amadou Diawara dal Napoli per 21 milioni, Pau Lopez dal Betis per 23,5 milioni e Mert Cetin dal Genclerbirligi per 3 milioni) e 6 a titolo temporaneo (Gianluca Mancini dall’Atalanta per 2 milioni, Jordan Veretout dalla Fiorentina per 1 milione, Davide Zappacosta dal Chelsea, Chris Smalling dal Manchester United per 3 milioni, Nikola Kalinic dall’Atletico Madrid per 2 milioni ed Henrikh Mkhitaryan dall’Arsenal per 3 milioni). Per quanto riguarda queste ultime, ipotizzando che al momento non siano già scattate condizioni per eventuali riscatti automatici, i costi iscritti a bilancio, oltre a quelli degli stipendi, sono quelli concordati con le varie società per i prestiti; per quanto riguarda invece le operazioni a titolo definitivo, nel bilancio 2019-2020 graverà la prima delle quote di ammortamento (il costo del cartellino diviso i giorni di contratto, su base annuale). Il totale di costi che incideranno in questo bilancio si stima in 64,68 milioni, composti da 16,875 milioni di nuovi ammortamenti, 11 milioni di costi dei prestiti e 36,81 milioni, stimati, di nuovi stipendi. Per quanto riguarda questi ultimi, occorre sottolineare che, grazie al Decreto Crescita, quelli dei calciatori provenienti dall’estero peseranno meno a partire dal 1° gennaio 2020 (per un anno di emolumenti, si passa da un rapporto lordo-netto di 1,85 circa a un rapporto di 1,53 circa, che calerà ancora nel prossimo bilancio, interamente condizionato in positivo dagli effetti del Decreto).
I RINNOVI - Gianluca Petrachi ha inoltre effettuato 4 rinnovi di contratto: Nicolò Zaniolo ha firmato fino al 2024, Cengiz Ünder fino al 2023, Edin Dzeko fino al 2022 e Federico Fazio fino al 2021. Un rinnovo significa sì una variazione dello stipendio, ma anche una riduzione delle quote di ammortamento di cui prendersi carico nei singoli bilanci: dal momento in cui avviene la firma, il valore residuo viene diviso per la nuova durata rimanente del contratto. Ponendo, sulla base delle varie indiscrezioni, che Zaniolo e Ünder abbiano portato il loro contratto a 3,7 milioni lordi annui, che Džeko abbia mantenuto il suo salario di 8,3 milioni lordi e che Fazio abbia spalmato il suo rimanente di 4,6 lordi che avrebbe percepito fino alla precedente scadenza del contratto, con tali operazioni la Roma avrebbe ottenuto un risparmio di circa 2,9 milioni in questo bilancio.
E ORA? - La somma di queste tre componenti restituisce un valore positivo per circa 11,1 milioni, a cui si arriva però solamente grazie agli 18 milioni di plusvalenze realizzate. I costi, il cui ammontare è il principale motivo per il quale la Roma necessita appunto di tante plusvalenze, sarebbero addirittura aumentati per 16,9 milioni, elemento che suggerisce, al di là della discrepanza rispetto ai valori reali, una strategia che non si discosta da quella degli anni precedenti. Nello scorso bilancio, la somma di ricavi europei e plusvalenze è stata di circa 194 milioni, una cifra che in questa stagione rischia di dover essere ancora più alta visto il sopracitato aumento dei costi. I ricavi dell’Europa League inoltre, saranno certamente minori di quelli della Champions League (nell’edizione 2016-2017 la Roma incassò circa 28 milioni, comprensivi anche di circa 13 realizzati grazie al playoff di Champions League, che quest’anno non ha giocato) e, a causa del Decreto Dignità, è stato perso l’accordo con Betway che fruttava circa 5 milioni. Tradotto: è ancora lunghissima la strada da fare per raggiungere il pareggio di bilancio, ed è probabile che il più verrà fatto nei giorni che precederanno il 30 giugno 2020, un po’ come accaduto nelle ultime due stagioni, con una quota di plusvalenze necessarie che potrebbe essere ancora più alta dei circa 130 milioni (cifra record) messi insieme nell’ultimo bilancio, qualora non intervengano altri ricavi al momento non presenti nei conti di Trigoria.