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Da Ciampino un messaggio alla dirigenza?

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

“Spalletti? He’s fantastic, I wish I brought him in earlier”. Tradotto: soddisfazione per il lavoro dell’allenatore e un po’ di amarezza per il tempo perso prima del suo arrivo, tempo che ha ampie probabilità di rivelarsi decisivo per la mancata partecipazione fattiva alla lotta al titolo, in una stagione in cui vi erano molti presupposti perché questo accadesse. Ci sono stati almeno tre momenti in cui un cambio tecnico sarebbe stata una logica conseguenza dei fatti che stavano accadendo, l’ultimo di questi - il post Roma-Spezia, con la sosta natalizia alle porte - praticamente ideale per concretizzarlo nelle migliori condizioni possibili e con la possibilità di chiamare al comando Luciano Spalletti, a quel punto libero da vincoli di qualunque tipo con lo Zenit San Pietroburgo e con la Russia. Pallotta, che, dal canto suo, aveva già investito Rudi Garcia dello scomodissimo ruolo del “Ferguson della Roma”, dopo aver raddoppiato l’iniziale proposta al francese nel 2013 (da un anno più uno di opzione a due più due) e avergli rinnovato il contratto per quattro stagioni nel 2014, avrebbe proceduto già prima alla sostituzione, ma i dirigenti a cui si è affidato hanno preferito muoversi diversamente. Dunque, messaggio anche per loro? Possibile, considerando l’abitudine del presidente di non guardare in faccia praticamente nessuno, ma la situazione riguardante Walter Sabatini è da monitorare minuto per minuto: il presidente avrà presto un incontro con l’uomo che, attraverso le sue conoscenze di campo e le sue capacità di trattativa, ha permesso alla Roma di crescere nonostante un aumento del fatturato più lento del previsto e qualche errore da lui commesso, ultimo proprio la gestione del cambio di allenatore. La sensazione è che le dichiarazioni rilasciate a Ciampino possano fermarsi a essere solo una sorta di reprimenda e che Pallotta voglia continuare a fidarsi del suo generale: la palla è dunque del DS, che dovrà decidere se provare per l’ultima volta (il suo contratto scade il 30 giugno 2017) l’assalto al tricolore, obiettivo dichiarato proprio da Luciano Spalletti, oppure se dare seguito alle sue di parole ("Se affonda Garcia, affondiamo tutti") e lasciare il passo a un suo sostituto.


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