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Dal Fenicio Benatia al gatto maculato: le frasi più celebri di Walter Sabatini

di Simone Ducci

L’addio di Walter Sabatini ha sancito in un certo senso la fine di un’epoca: degli acquisti della prima Roma americana del 2011 non è rimasto ufficialmente più nessuno, vista anche la partenza di Pjanic durante l’ultima sessione di mercato. L’ex ds è stato oggetto di critiche e apprezzamenti durante il suo trascorso giallorosso ma ciò che forse ha lasciato maggiormente il segno sono state le sue singolari dichiarazioni. Vocegiallorossa.it ha raccolto per voi gli spunti più frizzanti lanciati da questo personaggio dal suo insediamento a Trigoria ad oggi.

 

LAMELA - "Cedere Lamela mi ha ucciso",  le parole del ds nel giorno del suo addio.  (Ottobre 2016).

ETRUSCHI - " Io sono un europeo crepuscolare, solitario. Anzi, un etrusco", le parole del ds nel giorno del suo addio.  (Ottobre 2016).

TOTTI - "Gli darei il Premio Nobel per la fisica", le parole del ds nel giorno del suo addio.  (Ottobre 2016)

RISSA - Nella sua conferenza stampa di addio, Sabatini ha affermato di aver fatto "un mercato rissaiolo". (Ottobre 2016)

IL GATTO MACULATO – Parlando del mercato in uscita Sabatini aprì alla possibilità di non cedere Pjanic attraverso una manovra da lui definita a coda di gatto maculato: "Pjanic? Forse neanche lui parte, dipende se riuscirò a compiere una manovra a coda di gatto maculato". (Maggio 2016)  

"UN PO’ DI SANGUE CI SARÀ…" - Al termine di Roma-Genoa della scorsa stagione, il ds lanciò la notizia di un possibile addio importante in società: "Godetevi questa vittoria, non cercate sempre gli schizzi di sangue. Un po’ di sangue ci sarà, ma non sarà quello del mister". (Dicembre 2015)

IL FENICIO  – Durante un’intervista Sabatini si espresse su un possibile ritorno di Benatia definendo il giocatore un Fenicio, alludendo alla sua abilità per il commercio grazie ai messaggi lanciati sul mercato per incentivare una sua possibile cessione da parte del Bayern Monaco: "Benatia è un mio idolo e gli ho voluto bene. Ci sono voluti due o tre mesi a Roma per far capire che fosse un bel giocatore, dicevano che era molto lento. Lui è un fenicio, sta facendo il suo mercato per luglio. Ma il Bayern Monaco non lo cede, togliete questo nome di mezzo. Benatia sta già facendo il commercio per luglio, perché adesso il Bayern Monaco non lo dà. E intanto mette le bollette a mollo". (Dicembre 2015)

IL SALVATAGGIO DELLA VITA DI DODÔ - Durante un'intervista sul mercato in uscita, l'ex direttore sportivo giallorosso, affermò di aver venduto Dodô, per tutelarlo e salvargli la vita dalle critiche: "Dodô è stato venduto, ma non mi aggredite, perché ho avuto la convinzione che il ragazzo non avrebbe potuto crescere in questo ambiente che lo ha sempre bastonato. Non siete responsabili della cessione di Dodô, ma ho dovuto tenere conto anche di questo aspetto. Ho fatto una scelta molto impegnativa per me, ma credo di essere stato equo nei suoi confronti. Magari ora prenderà anche qualche 7 in pagella, qui non è mai successo, qui prendeva 6 striminziti quando la squadra vinceva 3-0. Forse succedeva perché ho imprudentemente detto che sarebbe stato un campione. È stato ceduto prevalentemente per salvargli la vita". (Settembre 2014)

VANITÀ - Interrogato sull'idea circa la possibilità di vendere Mattia Destro, Sabatini ammise di aver rifiutato grandi offerte per l'attaccante anche per questioni di vanità e per il piacere di dire di no a grandi club: "Non nego di aver ascoltato delle offerte, fatto salvo che nella mia testa c’era di non venderlo; farà molto bene. È anche vanita, mi piace poter dire no a grandi offerte". (Settembre 2014)

BENATIA, TRA MONOLITE E SIMULACRO – Parlando delle cifre della cessione di Benatia, Sabatini confermò di averlo valutato 61 milioni quando era un monolite tenuto in piedi da un fuoco sacro; i 28+4 milioni fruttati dalla cessione al Bayern Monaco riguardarono invece il trasferimento del simulacro di Benatia: "Benatia valeva 60 nel momento in cui parlavo di quel prezzo, parlavo del monolite Benatia, tenuto in piedi da un fuoco sacro che assemblato alle sue qualità tecniche ne ha fatto un giocatore straordinario. Il Benatia ceduto a 28+4 era il simulacro. Il calcio è fatto di situazioni contingenti, il Benatia di maggio nella mia testa pensavo di  ripristinarlo alla normalità. Quando si facevano i cartelli si scriveva astenersi perdigiorno, ma era un mio reale convincimento che il giocatore valesse 61 milioni. Il monolite si è disgregato per convincimenti e desideri, mi sono limitato a vendere un ottimo giocatore e un ottimo difensore può essere venduto a questa cifra". (Settembre 2014)

IL MENESTRELLO SISSOKO – Rimase storica la definizione di menestrello all’indirizzo del procuratore di Benatia, reo secondo l'ex ds giallorosso di aver valutato il suo assistito solo 30 milioni, prezzo che Sabatini avrebbe chiesto solamente per il suo piede sbagliato: "Devo dire che una cassa di risonanza impropria è stata prodotta attraverso dichiarazioni di Sissoko, che considero un menestrello alla ricerca di una corte che lo alberghi, spara sentenze, ipotizza prezzi di giocatori. Ha detto che gli sembra congruo un valore di mercato di 30 milioni, che io considero il prezzo del piede sbagliato di Benatia". (Maggio 2014)

LA DESTRA (DIS)OCCUPATA - Durante un discorso in conferenza stampa, l'ex ds ha espresso la stima per Baldini, affermando al contempo di preferire lavorare in solitudine, non gradendo neanche a tavola di avere la destra occupata: "Mi sento più libero di lavorare senza Baldini al fianco, grande amico col quale ho condiviso decisioni e sopportato altre, come lui con me. Mi sento libero solo quando sono da solo e con la gente attorno a distanza ragguardevole. A tavola non voglio la destra occupata. Questo non riguarda il Baldini essere umano, persona magnifica e mio amico, ma se faccio le cose con lui le faccio con tempi e modi sbagliati. Lui sicuramente gode della mia assenza, l'ho trovato rigenerato al Tottenham". (Settembre 2013)

LA ROMA DEI ROMANISTI  – Interrogato sulle differenze tra il tifo romanista e quello laziale, l’ex ds affermò come la Capitale fosse giallorossa e più passionale rispetto ai cugini, dislocati invece in zone più lontane e di indole più pessimista: "La Lazio vive anche fisicamente più lontano dalla città e i suoi sostenitori sono dispersi su un territorio più grande. Inutile nasconderlo: Roma è dei romanisti, che hanno un tifo doloroso, passionale, che si tramandano di generazione in generazione, più pronto a ricominciare. Il tifo della Lazio invece ha un tipo di espressione più pessimista". (Novembre 2012)

LA STALINIANA MEMORIA - Con un nuovo riferimento allo strumento di politica economica del piano quinquennale, Sabatini ammise di aver calcolato male i tempi per la realizzazione del progetto americano: "Avevo fatto un riferimento ad un programma quinquennale di memoria staliniana. Non è così, ovviamente, perché il calcio necessita di tempi diversi. Noi siamo in divenire, voi inerosabilmente e inevitabilmente fate un bilancio e parlate di annata fallimentare". (Luglio 2012)

IL REGIME KHOMEINISTA - Scomodando il politico e religioso iraniano Khomeyni, Sabatini dichiarò che il clima a Trigoria fosse molto liberale: "Non c’è un regime khomeinista. La Roma è molto liberale cosi come lo è Luis Enrique". (Febbraio 2012)

IL PIANO QUINQUENNALE - Alludendo per la prima volta a Stalin, l'ex direttore sportivo giallorosso calcolò un tempo inferiore ai 5 anni di sovietica memoria per la realizzazione del nuovo progetto societario: "Non sarà certamente un piano quinquennale di staliniana memoria, vogliamo fare molto prima e se non dovessimo riuscirci qualcuno avrà sbagliato". (Febbraio 2012)

SCUDO SPAZIALE – Con queste parole Sabatini volle smentire le voci circa un possibile ridimensionamento degli obiettivi del club. L’arrivo di Zeman sulla panchina della Roma non sarebbe stato quindi da considerare come un scudo spaziale per fare sciocchezze: "Non abbiamo preso Zeman per farci uno scudo spaziale e difenderci tutti, permettendoci di fare sciocchezze. Noi vogliamo Zeman perché lui coincide con l'idea di calcio che abbiamo sempre voluto". (Luglio 2012)

IL TOTTI DEL DOMANI – Durante un’intervista Sabatini affermò che il Totti del domani ancora non fosse nato, rispondendo all’interlocutore che gli chiedeva se Lamela sarebbe potuto essere considerato tale: "Il Totti del domani non è ancora nato. Francesco è un giocatore insostituibile e nessuno che potrà agire al suo posto. Ci sono calciatori che non possono essere surrogati: Maradona non è mai stato surrogato, Rivera lo stesso e Totti non lo sarà mai. A prescindere dal valore di Lamela, che è innegabile”. (Ottobre 2011)

TOTTI E LA LUCE SUI TETTI DI ROMA - Sempre durante la sua prima conferenza stampa, Sabatini definì Totti come la luce sui tetti di Roma, confermandolo a pieno titolo al centro del progetto: "Totti è innominabile, è una divinità. Totti è il progetto tecnico della Roma. Intorno a lui la Roma sarà modellata. Totti è come la luce sui tetti di Roma, dilaga, non va mai via". (Giugno 2011)

FUMARE – Già durante la sua prima conferenza stampa in giallorosso il ds ci tenne a precisare che la Roma avrebbe vinto prima o poi lo scudetto ma che lui non avrebbe smesso di fumare: "La Roma vincerà uno scudetto non so quando, ma non smetterò di fumare". (Giugno 2011)


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