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Dall'Arsenal ecco Gervinho, l'uomo di Garcia

di Gabriele Chiocchio

Rudi Garcia ha finalmente il suo uomo: il 26enne Gervinho, attaccante esterno ivoriano proveniente dall'Arsenal, pagato dalla Roma 8 milioni più bonus, atterrato questa mattina a Fiumicino e pronto a cominciare la sua prima avventura italiana dopo 8 stagioni tra Belgio, Francia e Inghilterra.

Gervinho esordisce in Europa con la maglia del Beveren, squadra con cui in due campionati tra il 2005 e il 2007 colleziona 61 presenze, segnando 14 gol e contribuendo alla salvezza dei suoi il primo anno, impresa non bissata nella seconda annata in Belgio in cui i gialloblù chiudono ultimi e retrocessi in seconda divisione. Nel 2007 passa al Le Mans, dove nel suo primo anno di militanza viene per la prima volta allenato da Rudi Garcia, prima del passaggio al Lille dell'attuale tecnico della Roma. In due stagioni nella città della 24 Ore, Gervinho raccoglie complessivamente 67 gettoni di presenza andando a segno altre 14 volte, prima del trasferimento nel nord di Francia e del ricongiungimento con Garcia che, in due anni, lo mette in campo 93 volte tra campionato e coppe e ne fa un fulcro del suo 4-3-3, col al quale vince nel 2010/2011 Ligue 1 e Coppa di Francia, anche grazie alle 15 segnature in campionato dell'ivoriano in quella stagione, suo record personale che porta il totale delle reti siglate con la maglia del Lille a 36. Le buone prestazioni in Ligue 1 valgono a Gervinho una chiamata di un altro francese, che però allena in Premier League: Arsene Wenger decide di investire circa 10 milioni di sterline per averlo all'Arsenal, squadra in cui dimostra subito personalità rimediando un rosso alla prima presenza ufficiale a Newcastle dopo essersi attaccato nientemeno che con Joey Barton. Lo score totale, sempre in due stagioni, dell'ivoriano con i Gunners recita 63 presenze e 11 gol, numeri in linea con quelli di Beveren e Le Mans. Gervinho è anche un punto fermo della sua nazionale, con cui esordisce nella Coppa d'Africa 2008 e con la quale segna 13 gol in 41 presenze, non tutte fortunate per lui dato che nella finale della rassegna continentale del 2012 sbaglia nella nona serie di tiri di rigore della finale contro lo Zambia, rendendo vano l'ennesimo assalto di Drogba e compagni al trofeo.

Pur avendo il destro come piede preferito, Gervinho viene impiegato essenzialmente come attaccante esterno di sinistra, posizione dalla quale può sfruttare la sua elevatissima velocità nel breve per saltare l'uomo, accentrarsi e tirare in porta. Proprio le sue repentine accelerazioni nei primi metri sono la sua caratteristica principale, accompagnata però a un rapporto non sempre idilliaco con la sfera sia in fase di controllo e impostazione che in quella di finalizzazione: la pecca a lui più contestata dai tifosi dell'Arsenal è proprio la sua scarsa precisione sottoporta che è costata diversi gol ai Gunners negli ultimi due campionati. Tatticamente, la sua resistenza atletica gli permette di partecipare con continuità ad entrambe le fasi di gioco, pur prediligendo chiaramente quella offensiva. Negli anni al Lille sotto la guida di Garcia, Gervinho partiva dall'out mancino agendo però quasi come una seconda punta, con Hazard a tutto campo e Sow prima punta mobile; stessa cosa potrebbe fare qui a Roma, con Lamela e uno dei centravanti tra quelli che rimarranno a formare un tridente meglio assortito - per caratteristiche - rispetto a quelli degli anni passati. Un giocatore dunque più utile tatticamente che appariscente, fortemente voluto da Garcia che adesso ha tutti i tasselli necessari per il suo 4-3-3 che dovrà restituire il sorriso ai tifosi della Roma dopo le due deludenti stagioni appena trascorse.

 


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