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Dalla crisi al rinnovo: il 2019 a due facce di Edin Dzeko

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Il 2019 della Roma ha avuto una scossa il 16 agosto, circa alle ore 20:00. Dal nulla, quando veramente nessuno se lo aspettava, in quel momento è uscito il comunicato del rinnovo di contratto di Edin Džeko, con la data di scadenza spostata dal 30 giugno 2020 al 30 giugno 2022. In un’estate in cui tutti a Roma sognavano un nuovo numero 9 e anche lo stesso Džeko aspirava a trasferirsi a Milano per giocare, finalmente, per Antonio Conte (dopo averlo solo sfiorato nel gennaio 2018), quelle righe hanno ribaltato tutto, paradossalmente lasciando le cose come già stavano. Chi è cambiato, dopo quella firma, è stato proprio Edin Džeko; non è un delitto infatti, parlare del primo semestre dell’anno del bosniaco come uno dei suoi periodi meno positivi con la maglia della Roma. Prestazioni importanti solamente in contesti importanti: contro il Porto in Champions League all’Olimpico, contro l’Atalanta a Bergamo, contro l’Inter a San Siro, magari per far colpo sui suoi futuri tifosi, visto che più di qualcuno aveva parlato di un accordo di massima con Marotta raggiunto proprio in quel periodo. Per il resto, tante gare anonime, un gol interno in campionato arrivato solo il 13 di aprile (contro l’Udinese, poi bissato contro la Juventus il 12 maggio), nervosismo spesso neanche dissimulato (si veda alla voce “Fiorentina-Roma 7-1”) e tanta di quella che sembrava svogliatezza, segno della possibile fine di un suo ciclo in giallorosso sigillata dai fischi partiti (e poi, a dire il vero, cancellati) al momento della sua sostituzione con Schick dopo un’ora del match di chiusura di campionato contro il Parma. È proprio in questo, nello spirito, che Džeko è cambiato dopo quella firma (ma forse anche prima, viste le sue prestazioni nelle amichevoli): se andiamo a vedere i gol in campionato, sono 7 nello stralcio dello scorso campionato giocato in questo anno solare e 7 nelle 17 gare di questa stagione; la differenza la stanno facendo la presenza nella partita, il coinvolgimento nel gioco offensivo di cui lui deve farsi per gran parte carico (è entrato in ben 20 dei gol segnati dalla Roma in campionato), sacrificando il lato finalizzativo, la volontà di lavorare per adattarsi a un sistema che, magari, nella fase di non possesso non sempre si confà alle sue caratteristiche. Il rigenerato Edin Džeko del secondo semestre del 2019 è l’attaccante totale che farebbe comodo a chiunque: evidentemente in questo non ha creduto abbastanza la dirigenza dell’Inter, che mai si è avvicinata ai 20 milioni richiesti, non a caso, da Petrachi. Cifra apparentemente (e non solo) fuori mercato per un ultratrentenne con contratto pesante in scadenza, cifra con la quale il DS avrebbe eventualmente coperto i costi di ammortamento e stipendio di un sostituto di pari valore, cifra che i nerazzurri non hanno voluto sborsare, dando un segnale negativo al bosniaco che ha deciso di continuare il suo matrimonio con la Roma. Che dopo la crisi, ora sembra più saldo che mai.


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