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Dalla Nafta Moskva a Fioranelli: il sogno americano è diventato realtà

di Eleonora Ciampichetti

In principio c’erano i russi; poi gli americani e infine una cordata italo-svizzera-tedesca. Tanti nomi, tanti (più o meno) reali soggetti interessati all’acquisto della Roma, tante smentite e battute d’arresto dal 2004 al 2011.


Oggi la Roma è americana, con l’arrivo di Thomas DiBenedetto la storia della società giallorossa degli ultimi anni sembra quasi un lontano ricordo. È il novembre 2004 quando a mettere gli occhi sulla Roma sono Anatoli Kolotilin e Suleiman Kerimov, proprietari della Nafta Moskva. A febbraio la trattativa è a buon punto, anzi, tutto lascia credere che Franco Sensi (che resterebbe Presidente onorario) stia per “abdicare” in favore dei russi, considerati affidabili e molto più validi delle possibili alternative italiane come Angelini e Toti, tanto per fare due nomi. L’ottimismo, però, non durerà molto; arriva inaspettato il dietro-front di Kerimov che di fatto fa saltare tutto. Stupore e delusione per i tifosi che per indecisioni di una delle due parti e per intromissioni politiche nella trattativa (c’è chi sosterrà l’ingerenza addirittura di Putin e Berlusconi nella questione) vedranno svanire il “sogno” russo. Nel 2006 e nel 2008 la Nafta Moskva ci riproverà, ma nessuno dei due ulteriori tentativi andrà a buon fine.


Così come si rivelerà una bolla di sapone la “faccenda” George Soros, il magnate americano su cui è stato detto di tutto in questi ultimi anni. Nel 2008 la Roma è a un passo dal diventare a “stelle e strisce”: nello studio Lovells di Piazza Venezia il 18 aprile dovrebbe essere il gran giorno, quello in cui l’offerta americana (di 283 milioni di euro) verrà messa nero su bianco. In effetti, così sarà, ma l’esito di quell’incontro si rivelerà ancora una volta imprevedibile: Rosella Sensi presenterà una fantomatica offerta da ben 420 milioni proveniente da un altrettanto fantomatico gruppo arabo. Soros, a quel punto, non rilancia. Fine dei giochi dunque, la Roma resta ancora nelle mani della famiglia Sensi con i debiti di Italpetroli che continuano a crescere. Gli strascichi sulla questione Soros sono inevitabili e infiniti: nell’etere romano e nella stampa nazionale si susseguono voci discordanti giorno per giorno. C’è chi dice che “Soros non è mai esistito” e del resto i Comunicati ufficiali dell’A.S. Roma e di Italpetroli S.p.A. di quei giorni concitati questo dicono: si smentisce l’offerta statunitense, si specifica che l’incontro del 18 aprile con un rappresentante della Inner Circle Sports sia stato solo di “carattere interlocutorio e puramente esplorativo”. Ma le carte parlano e Soros la Roma la voleva davvero, come hanno dimostrato alcuni documenti riservati usciti poi alla luce del sole in cui effettivamente è emerso che tra la Inner Circle Sports (merchant bank Usa specializzata) e la famiglia Sensi, attraverso il suo rappresentante legale Gianroberto de Giovanni, ci sia stata una vera e propria trattativa.
 

Trattativa confermata anche dall’avvocato Mario Tonucci qualche tempo fa, quando parlando dell’affaire DiBenedetto disse: “Questo è un gruppo serio, non posso entrare nei particolari. Abbiamo lavorato nell'ombra forti dell'esperienza precedente avuta con Soros quando poi si parlò di un'altra offerta e saltò tutto. Stavolta abbiamo evitato si parlasse troppo”.
Il “post-Soros”, comunque, vede la Roma al centro dell’interesse di altri soggetti. Il 2009 è il turno della cordata italo-svizzera capitanata da Vinicio Fioranelli, ex agente FIFA, e Volker Flick; anche questa volta sembra che tutto possa filare liscio per la cessione della società capitolina. Già, manca soltanto l’ok di Mediobanca (l’advisor del club giallorosso) sulla tracciabilità finanziaria del gruppo acquirente. I giorni passano, ma il benestare non arriverà mai e Fioranelli si dissolverà nel nulla. Fino al gennaio scorso, quando viene arrestato in Austria con l’accusa di aggiotaggio in relazione al tentativo di scalata all’A.S. Roma.
Il resto, ormai, è cronaca dei giorni nostri. L’era della famiglia Sensi a capo della società giallorossa si è appena conclusa. Adesso ne è iniziata una nuova, quella di Thomas DiBenedetto. Il sogno americano è finalmente realtà.
 


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