Difesa, centrocampo, attacco: cosa c'è e cosa manca
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Quindici giorni alla fine del mercato, quattro all’inizio della stagione: con scadenze così ravvicinate, la Roma deve fare il conto di ciò che ha e di ciò che le manca per affrontare campionato, Champions League e Coppa Italia.
DIFESA - Numericamente, il reparto è al completo. Ci sono due terzini destri, due terzini sinistri, due difensori centrali di piede sinistro e due difensori centrali di piede destro. Il pacchetto è però migliorabile sotto diversi punti di vista: con Rick Karsdorp infortunato, Bruno Peres non sta offrendo le giuste garanzie nel ruolo, mentre dall’altra parte Emerson Palmieri può recuperare con meno affanno vista la presenza di Aleksandar Kolarov. Al centro sembra imprescindibile la velocità di corsa - specialmente all’indietro - di Kostas Manōlas; l’arrivo di Héctor Moreno ha risolto sulla carta il problema l’assenza di un difensore mancino capace di impostare, ma il suo rendimento specifico nella fase di non possesso è ancora da verificare. Federico Fazio e Juan Jesus sono le due incognite: il primo non sembra essere molto compatibile col sistema di gioco di Di Francesco (anche se il tecnico ai tempi del Sassuolo non disponeva di difensori troppo più veloci dell’argentino), il secondo è l’elemento più costoso dei quattro ma è difficile concepirlo come un titolare. Negli ultimi giorni si è parlato di un possibile acquisto proprio al centro della difesa, ma i problemi della fase difensiva non si risolverebbero semplicemente aumentando il tasso tecnico a disposizione del reparto.
CENTROCAMPO - Questo perché è l’intero collettivo a non convincere quando c’è da difendere. Il pressing, dispositivo principe del gioco di Di Francesco per recuperare il pallone, ancora non viene eseguito con puntualità e si sta rivelando un’arma a doppio taglio: se viene fatto male, lascia il reparto arretrato con troppo campo da coprire, o davanti a sé o alle sue spalle. Dal centrocampo e dai miglioramenti su questo piano specialmente di Kevin Strootman e Radja Nainggolan dipenderà il livello di solidità della squadra; con loro, però, manca un elemento di qualità che possa trovare linee di passaggio più difficili e aiutare la squadra a superare i muri difensivi che si troverà davanti. Gerson è ancora troppo acerbo e Pellegrini ha altre caratteristiche, così come De Rossi e Gonalons sono mediani che svolgono il compito di registi più con raziocinio che con fantasia.
ATTACCO - La brillantezza offensiva, giocoforza, dovrà arrivare quindi dal reparto avanzato. Si è detto tante volte che molto dipenderà dall’esterno destro che Monchi sta tentando di prendere; nel frattempo, però, il solo Perotti si sta prendendo questa responsabilità. El Shaarawy non è ancora disponibile, Defrel, nel ruolo di esterno, si è fatto maggiormente notare più per l’abnegazione nell’aiutare il terzino di riferimento che per la presenza davanti, mentre aspettarsi un impatto immediato da Cengiz Ünder è lecito fino a un certo punto, nonostante alcuni buoni spunti forniti in precampionato, in attesa del rientro di Alessandro Florenzi, che ha però caratteristiche diverse da quel che il DS sta cercando sul mercato. Capitolo a parte per Edin Džeko: il bosniaco ha più che sufficiente tecnica per agire da suggeritore dando fluidità alla manovra (oltre che concludendola), ma rischia di poter pagare qualcosa sul piano del dinamismo quando c’è da posizionarsi in alto per innescare il pressing.