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Dybala come De Rossi, quando il riscatto (e la vittoria) Mondiale è di rigore

di Luca d'Alessandro
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Luca d'Alessandro

L'Argentina battendo la Francia ai tiri di rigore si è laureata campione del mondo. Un successo che consacrerà Messi ancora di più come GOAT del calcio, una partita che verrà ricordata come una delle finali più belle di sempre della storia della competizione. Guardando in casa Roma, i colori giallorossi erano rappresentati da Paulo Dybala. La Joya è stato il colpo del mercato estivo e, fino al suo infortunio muscolare, l'uomo in più della squadra di Mourinho. Con lui in campo si è vista una Roma, senza, un'altra. 

Se nella Capitale è imprescindibile, nell'Albiceleste ha un ruolo marginale. La stella è Messi e Scaloni ha costruito una squadra intorno al suo numero 10 e alcuni numeri uno della nostra Serie A, come Lautaro e lo stesso Dybala sono finiti, chi più, chi meno, nelle rotazioni. Tanto che Dybala fa il suo debutto in Qatar al minuto 74' della semifinale tra Argentina-Croazia 3-0, a finale ampiamente raggiunta. 

UNA STORIA ROMANISTA - L'epilogo però ha ricordato un altro Mondiale complicato per un calciatore giallorosso: Daniele De Rossi. Siamo nel 2006, in Germania e un giovane DDR è ben visto da Lippi che gli dà una maglia da titolare contro Ghana e USA, preferendolo a Gattuso. L'ex numero 16 giallorosso però, per un colpo allo statunitense McBride, viene espulso. 4 giornate di squalifica (5 in principio, ma la lettera di scuse del calciatore inviata alla FIFA fece sì che l'eventuale finale De Rossi l'avrebbe potuta disputare). E così avvenne, tanto che al minuto 61', guarda caso proprio contro la Francia, Daniele entra al posto di Totti. La gara finirà ai tiri di rigore, con De Rossi che calcia il terzo, forte a incrociare con la sua frase "E mo' buttace i guanti". Italia campione del Mondo. 

DYBALA COME DDR - 16 anni dopo la storia si è ripetuta. Per i motivi di cui sopra il Mondiale di Paulo non è stato dei migliori, non avendo avuto quasi mai l'opportunità di scendere in campo. Poi il destino romanista è entrato in scena. Il numero 21 entra al minuto 120'+1', al posto di Tagliafico, della finale, guarda caso, contro la Francia. Entra esclusivamente per un motivo: presentarsi dal dischetto, per un tiro dagli 11 metri di quelli che vale una carriera intera. Dybala si presenta per secondo, nell'ordine, subito dopo Messi che ha spiazzato di classe Lloris. Coman ha appena sbagliato e quel rigore può dare la joya di mettere il muso avanti (ancora una volta nell'arco del match) all'Argentina. Dybala va, calcia basso-centrale e manda avanti l'Argentina, verso la conquista della coppa più ambita del mondo. Come De Rossi nel 2006. Quando un rigore è molto più che un semplice tiro. 


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