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Dzeko e il terzo miglior attacco d'Europa: due facce della stessa medaglia?

di Alfonso Cerani
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Alfonso Cerani, Luca d'Alessandro

"Una cosa è certa: segnare in Italia è più difficile; fare 30 gol altrove non è la stessa cosa". Dalla viva voce di Edin Dzeko provengono le impressioni di un attaccante che ha segnato in tutta Europa e che sta avendo qualche difficoltà di troppo a misurarsi con un campionato che non conosceva. Il principio espresso, d'altronde, è riconosciuto universalmente. La Serie A non sarà certo il campionato più bello esteticamente, ma è senz'altro il più difficile. Il merito è di una scuola difensiva tra le migliori al mondo, che fa del catenaccio un vero e proprio credo di gioco. La dimostrazione lampante sta proprio nell'attaccante bosniaco della Roma, il quale, in una sua precedente esperienza ha segnato la bellezza di 76 reti con la maglia del Wolfsburg. Certo, in Germania sono bravi tutti, esclamerà qualche maligno! Allora cosa dire dei 65 gol segnati col Manchester City? E bisogna aggiungere che nell'ultimo periodo in Inghilterra non era neanche un titolare inamovibile. Insomma, con un maggiore apporto in fase realizzativa di Dzeko, la Roma avrebbe segnato più dei 25 gol fatti finora e insidiato il primato europeo del Bayern Monaco. Il fatto che manchino i suoi centri è confermato dal rendimento di due attaccanti che in Germania stanno letteralmente facendo sfracelli. Si tratta di due maschi alfa come Lewandowski e Aubameyang, che con 13 gol se la stanno suonando di santa ragione in proiezione Scarpa d'Oro. Se Dzeko avesse fatto la metà dei loro gol (e i numeri dimostrano che può farlo), allora la Roma spalleggerebbe il Bayern a quota 33 sul trono momentaneo dei gol segnati e staccherebbe il Borussia Dortmund a quota 29. Come detto però, quello tedesco è un altro campionato, con altre caratteristiche, e un gol lì vale almeno la metà di quanto vale in Italia.

Alla luce di quanto affermato sopra, ciò che sta facendo la Roma quest'anno va al di là di ogni immaginazione, sicuramente più di quanto stanno facendo Nizza e PSG in Francia. La Ligue 1 è un altro campionato, per così dire, allegro e i 25 gol segnati finora dalle due compagini transalpine vanno pesati. I campioni di Francia inoltre, hanno giocato una partita in più degli altri e possono disporre di due bocche da fuoco come Cavani e Ibrahimovic. Discorso diverso per Ben-Arfa del Nizza, che, in un certo senso e visto anche il ruolo, sta facendo il Salah o il Gervinho della Roma. Come giudicare invece il ritardo nella speciale classifica dei gol segnati di Barcellona e Real Madrid? Per i blaugrana sta pesando oltremodo l'infortunio di Messi, mentre desta qualche perplessità il bottino esiguo delle merengues (21). Un esperto della fase offensiva come Benitez sta avendo qualche intoppo di troppo a inculcare una mentalità d'attacco ai suoi, nonostante il primato in classifica in Liga. In finale, la morale della favola è che la Roma può sedersi al tavolo delle grandi d'Europa senza sfigurare, anche se un capitolo a parte meriterebbe la statistica sui gol subiti. Ma questa è un'altra storia...


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