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Fernando Gago e Fabio Borini: due frecce in più nella faretra di Luis Enrique

di Gabriele Chiocchio

Hanno avuto pochi minuti per farsi vedere e l’hanno fatto in una partita sfortunata, ma Fernando Gago e Fabio Borini hanno dimostrato che in futuro potranno dare un importante contributo alla causa giallorossa.

Il centrocampista argentino, entrato in campo allo scoccare della mezz’ora del secondo tempo per sostituire Aleandro Rosi, si piazza immediatamente nel cuore del centrocampo, “costringendo” De Rossi a spostarsi a destra e ricoprendo la posizione più arretrata nella linea mediana. Negli ultimi venti minuti della gara - recupero compreso - diventa lui il riferimento dei compagni, che lo cercano sempre per iniziare l’azione offensiva. Nonostante ciò, Gago non disdegna qualche sgroppata personale e qualche verticalizzazione, il più delle volte per Totti, non perdendo però efficacia anche e soprattutto nella fase difensiva, complice la maggiore freschezza atletica rispetto a compagni e avversari, in campo ormai da 75 minuti sotto il sole cocente dello Stadio Olimpico. Anche dopo il gol del 2-0 del Cagliari, il numero 19 è stato l’ultimo a mollare: è proprio lui a guadagnarsi con sorprendente cattiveria, visto il risultato e i pochi secondi rimasti a disposizione, la punizione che porterà all’inutile gol di Daniele De Rossi. Se il buongiorno si vede dal mattino, Fernando Gago potrà rivelarsi molto utile, anche se rimane da risolvere il problema della sua coesistenza con De Rossi, provato per tutta la preparazione come fulcro di centrocampo.

Poteva essere invece un inizio di avventura in giallorosso addirittura “eroico” per Fabio Borini, che, se non fosse stato per il fuorigioco di Heinze che gli ha fatto da torre, avrebbe potuto bagnare il suo primo tocco di palla in Serie A con un gol importantissimo, come fece Alberto Paloschi quattro stagioni fa con la maglia del Milan nella gara contro il Siena. Poco importa, risultato finale della gara a parte: la sensazione è che il giovane di Bentivoglio abbia tutte le possibilità per diventare la sorpresa di questa squadra. La tecnica c’è, e lo dimostra il gran controllo su un lancio di Pjanic che gli permette di concludere a rete, seppur da posizione defilata. Anche la voglia non manca, visti l’impegno profuso, seppur in soli 15 minuti e sempre al netto di una condizione atletica decisamente migliore rispetto agli accaldati compagni e avversari, e visti i diversi ripiegamenti difensivi svolti per tappare le falle lasciate dalla squadra, riversatasi in attacco, oltretutto in inferiorità numerica, per provare a pareggiare il gol di Conti. Per esplodere avrà indubbiamente bisogno di spazio, che difficilmente gli verrà concesso con regolarità, data la presenza di più quotati e costosi compagni di reparto, ma potrà essere certamente una risorsa in più da utilizzare a partita in corso, come successo già ieri. Magari con un pizzico di fortuna in più.


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