Folle campionato, è di nuovo bagarre scudetto. E Totti fa 201
La trentesima giornata di campionato è un ritorno alla follia, all’imprevedibilità, all’agguerrita contesa in chiave scudetto così come in ottica Champions League: il Milan perde a Palermo, episodio che dopo il pareggio casalingo contro il Bari riapre clamorosamente il campionato. Classifica impazzita: le prime quattro in sei punti, le prime sei in undici.
La capolista è in evidente difficoltà. Gli albori della “crisi” sono rintracciabili nell’eliminazione dalla Champions League in favore del Tottenham: da lì qualcosa è cambiato, dopo le due ottime vittorie contro Napoli e Juventus che sembravano aver eletto il padrone del torneo. Delusione, nervosismo (vedi espulsione e squalifica di Ibra), risultati negativi. Cade il Milan sul campo di un Palermo in piena crisi d’identità, gioca malissimo e riconsegna agli amanti del calcio un finale di campionato da brividi. Allegri è chiamato a ricercare soluzioni alternative alla giocata del singolo, tallone d'Achille della sua gestione tecnica.
A due punti dai rossoneri c’è l’Inter. In casa nerazzurra siamo esattamente nella situazione opposta: il morale è alle stelle dopo l’impresa europea in terra tedesca, destinazione oramai magica per le vicende italiane. Un gruppo che sembrava aver perso qualche certezza rispetto alle passate stagioni ha invece dimostrato di aver ancora nella testa il suo punto a favore: mentalità da grandissima, abitudine a vincere, crederci fino alla fine. Entusiasmo ritrovato, a Leonardo è bastato ridare empatia alla squadra, per dirla alla Mou; la vittoria sul Lecce porta l’Inter a meno due dal Milan, sarà fondamentale per questa squadra raggiungere quell’equilibrio di gioco indispensabile per tentare un’impresa qualche mese fa impensabile. Derby alle porte.
Il Napoli torna nella contesa scudetto. Dopo la sconfitta subita dal Milan in troppi hanno urlato al fuoco di paglia, ad un gruppo che inevitabilmente si sarebbe sgretolato. C’è di più evidentemente: una squadra che subisce pochissimi gol, che ha nel ritmo e nell’intensità i suoi tratti distintivi rispetto all’intera Serie A, un tridente giovane e oltremodo prolifico la cui punta di diamante, Edinson Cavani, è probabilmente il giocatore ad oggi più decisivo del torneo. E soprattutto un allenatore che, oltre alle evidenze del campo, ha dato una mentalità importante ad una squadra ancora “giovane” in termini di curriculum. E’ di nuovo il Matador a decidere, 22 reti in campionato e Cagliari sconfitto. Meno tre dal Milan.
Follia Udinese, ma oramai non sembra essere una sorpresa. Guai, per le altre, a pensare che questo miracolo si chiami soltanto Sanchez e Di Natale. C’è di più, tanto: una difesa che non prende gol, un centrocampo che abbina in modo eccellente la fase di copertura all’appoggio offensivo. La Lazio si rialza, come successo spesso in passato, da una pesante sconfitta e resta a meno due dalla zona Champions, l’obiettivo, parola di un fantastico Francesco Totti (201 gol in A), della Roma di Montella. Bloccati sul pareggio da una buona Fiorentina, giallorossi ora a meno sei dall’Udinese, al quarto posto della classifica. Sembra essere un’impresa, ma l’impatto del nuovo allenatore in termini di risultati è positivo e la Roma ha l’organico giusto per poterci credere finché la legge matematica lo consenta.