Forza, sacrificio e umiltà: il paradigma di Manuel
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Simone Ducci
Pinzolo Campiglio-Roma, il suo è un tiro che non ti aspetti: una sassata di sinistro che si infrange prepotentemente in rete, quasi a voler far vibrare gli animi di tutti i presenti. Il futuro in giallorosso di Manuel Iturbe passa anche da questo gol. Il ragazzo arriva dalla piccola Verona in una grande piazza come Roma il 16 luglio del 2014 sotto una lente di ingrandimento dal valore di quasi 25 milioni, 22 milioni più 2,5 di bonus per l’esattezza. Subito viene individuato come l’elemento che avrebbe fatto vincere il tanto sospirato primo scudetto americano, ma la storia non va proprio così. Manuel si impegna sempre: testa bassa, corsa, sacrificio ma questo non basta quando c’è anche molta (troppa) frenesia nell’effettuare una giocata e, di questo, gli allenatori devono tenerne conto. Nonostante tutto però il suo pubblico lo applaude sempre, lo incita, lo chiama, lo rincuora perché nel calcio, come nella vita, fatica e impegno alla fine vengono sempre apprezzati. Il primo anno giallorosso del giovane classe '93 si conclude con un bottino non proprio esaltante: 37 presenze tra campionato e coppe con solo 4 reti, un po’ poco per la ciliegina che ha portato la squadra di Pallotta ad essere considerata la Regina del calciomercato del 2014. Nella stagione successiva Manuel parte dietro nelle gerarchie ma, pur collezionando solo 19 presenze prima dello sfortunato trasferimento in prestito al Bournemouth nel mercato di gennaio, quando entra il pubblico continua ad applaudirlo, incitarlo, chiamarlo e a rincuorarlo. Questo affetto non basta però a fargli guadagnare la permanenza nella Capitale. Il ragazzo si convince così di provare a cambiare aria per riscattarsi ma l’esperienza inglese non gli regala grandi soddisfazioni, così Manuel torna a Roma dove ad attenderlo c’è una persona molto particolare, anch’essa alla seconda chance con i giallorossi: Luciano Spalletti. Come è nel suo DNA, Iturbe dovrà faticare questa stagione per ritagliarsi uno spazio importante nella squadra ma, stavolta, l’atteggiamento sembra essere diverso, quello giusto, quello che ti può permettere di ricominciare a sognare e a far sognare: forza, sacrificio e umiltà sono le parole scelte dal paraguaiano come paradigma di questa annata e chissà se quella sassata lo porterà finalmente a consacrarsi come la ciliegina del calciomercato del 2016.