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Gattuso-Roma: pro e contro

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

La Roma è alla ricerca del suo nuovo allenatore e tra i vari candidati c’è anche il nome di Gennaro Gattuso, da poco liberatosi dal Milan.

CARRIERA - Le prime tre esperienze di Gattuso in panchina, dopo una vita al Milan da calciatore, hanno avuto connotati quantomeno particolari. La prima, sulla panchina del Sion (stagione 2012-2013) partì con una promozione ad allenatore quando Gattuso ancora giocava e si concluse dopo appena dodici gare (3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte), con il ritorno in campo; la seconda, quella al Palermo (stagione 2013-2014), ne durò appena otto con l’esonero del solito Zamparini arrivato dopo 2 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte in campionato; la terza, all’OFI Creta (stagione 2014-2015), arrivò a sei mesi di durata, con dimissioni prima rientrate e poi definitive nel mese di dicembre. La prima svolta della carriera del calabrese arrivò a Pisa, stagione 2015-2016, dove portò i nerazzurri subito in Serie B battendo il Foggia di Roberto De Zerbi in un’infuocata doppia finale playoff, salvo poi rimanere vittima nell’annata successiva della crisi societaria dei toscani, che portò alla retrocessione e al suo addio. Poi il passaggio al Milan: prima con la Primavera, poi promosso in prima squadra a dicembre 2017, dopo l’esonero di Vincenzo Montella. Con lui i rossoneri, grazie a un girone di ritorno da 39 punti, peggio solo di Juventus e Napoli, ottennero il pass per l’Europa League, con bis nella stagione appena conclusa.

STILE DI GIOCO - Non è luogo comune sostenere che Gennaro Gattuso abbia portato in panchina i valori che esprimeva in campo. Ringhio non è mai stato un calciatore di qualità, ma sul terreno verde non lasciava nulla al caso, cercando di occupare più spazio possibile con la sua corsa e il suo temperamento. Il suo Milan, nei tre gironi abbondanti con lui alla sua guida, non ha mai espresso un calcio brillante, ma raramente si è schierato in modo non coerente al materiale a disposizione. 4-3-3 e 4-2-3-1 sono stati i moduli di riferimento, con esterni a piede invertito come Suso e Hakan Çalhanoğlu: solo la posizione del turco, che non ha certo il passo per muoversi sugli esterni, è stata oggetto di possibili equivoci, come, tra l’altro, già accadeva al Bayer Leverkusen. Nessun dubbio, invece, nell’utilizzare Lucas Paquetá come interno, a dimostrare che essere ordinati non è tanto un discorso individuale, ma di squadra. Gattuso ha lavorato tantissimo sulla fase di non possesso, con l’obiettivo supremo di mettere in campo un blocco corto e stretto prima di ogni altra cosa. Importante anche la scelta dei centravanti: finalizzatori puri come Patrick Cutrone e Krzysztof Piątek hanno fatto più al caso suo rispetto a un giocatore universale come Gonzalo Higuaín. Paradossale, ma non troppo.

GATTUSO-ROMA: I PRO - Il lavoro più grande, quello che meno si è visto, di Gattuso, è stato però quello fuori dal campo. In quest’ultimo biennio, il Milan è stato oggetto di un enorme caos societario e il tecnico è stato indubbiamente molto bravo a tenere la barra dritta fino alla fine, nonostante un evidente calo di rendimento dopo il derby perso a marzo: una situazione decisamente simile a quella romana, in cui la sua esperienza già accumulata farebbe comodo. La sua schiettezza, per quanto possa essere scomoda, sarebbe inoltre apprezzata da un ambiente che spesso si è sentito preso in giro dalla società con dichiarazioni a volte non corrispondenti ai fatti, così come la sua cultura del lavoro sarebbe un elemento importante, specie conoscendo le difficoltà avute dalla Roma da questo punto di vista.

GATTUSO-ROMA: I CONTRO - Aver vissuto una situazione problematica come quella del Milan può significare esperienza, ma anche la voglia di provare un’avventura meno dispendiosa dal punto di vista nervoso: alcune indiscrezioni vorrebbero un possibile rifiuto proprio per l’enorme pressione che comporterebbe sedersi oggi sulla panchina della Roma. Inoltre, l’idea della società sembrerebbe quella di creare una squadra con una precisa identità di gioco e il calcio di Gattuso si fonda su altri elementi.


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