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Gli occhi spiritati di De Sanctis, istantanea di una Roma che vola

di Emanuele Melfi

"Soprattutto il portiere, se il contesto funziona, ne trae beneficio. Non vorrei che si dicesse che dopo sette partite abbiamo preso solo un gol perché gli altri non tirano". Il carisma, la voglia e la fame di De Sanctis sono in queste parole, pronunciate dopo il fantastico 0-3 rifilato all'Inter di Mazzarri. E proprio con l'ex tecnico del Napoli, Morgan ha lavorato nelle ultime quattro stagioni: "Eravamo sufficientemente preoccupati perché conosco il mister, l'Inter nelle prime partite aveva fatto vedere il gioco e sapevamo che poteva metterci in difficoltà nelle ripartenze. Abbiamo vinto con quell'arma e possiamo parlare di una grandissima prestazione". 

LA FAME - Le istantanee: gli occhi spiritati per una punizione a una manciata di secondi dal termine con tre gol di vantaggio a San Siro, le urla rivolte ai propri difensori per non aver chiuso a dovere su un'incursione di Alvarez al 44', la faccia perennemente insoddisfatta di chi, dopo 21 punti in sette partite, pensa solo a migliorare ancora. Fotografie di un uomo, di momenti, di un ruolo ritrovato, un numero 1 che alla Roma da tanto - troppo - tempo mancava. Tanta personalità, riconosciuta anche e soprattutto dai compagni: il "sei un grande" urlato con concitazione da Balzaretti proprio all'indirizzo del portiere giallorosso dopo il fischio finale di Parma-Roma non è un caso. Non può esserlo.

FEROCIA - E' arrivato nell'estate più difficile degli ultimi anni, per sostituire un portiere, Stekelenburg, che non ha lasciato ricordi felici nella Capitale. Un acquisto fatto in sordina, tra lo scetticismo generale e - forse - tra qualche critica a prescindere di troppo. Ma è stato come sbattere su un muro di gomma. Mai una parola fuori posto, mai una dichiarazione sopra le righe, De Sanctis si è subito tuffato in questa nuova sfida a 37 anni, lavorando con costanza e riuscendo a conquistarsi la fiducia dei compagni. E, ora, anche della gente romanista.

SICUREZZA - Il solo gol preso da Biabiany dai giallorossi non deve indurre in errore. La squadra subisce poco, è vero, ma nell'unica vera occasione (creata peraltro da un passaggio sbagliato di Borriello) in cui è stato chiamato a dimostrare che la porta inviolata non era frutto solo del sistema tattico di Garcia, c'è riuscito: a tu per tu con Gabbiadini a Marassi contro la Samp, De Sanctis ci ha messo i guantoni compiendo il miracolo. Ma al di là della parata da copertina, la presenza in campo dell'ex Napoli non è mai passiva, fa sentire il peso e l'importanza di una personalità come la sua, guida la difesa, consiglia i compagni di reparto e, spesso (anzi, sempre), striglia. Con lui tra i pali l'attenzione non cala mai, difesa e centrocampo sono sempre spronate a difendere la porta romanista, punto fondamentale da cui partono i successi.

Una squadra vincente si costruisce da una difesa solida, dicevamo. Per consigli, chiamate Morgan.


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