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It's coming (to) Rome - L'Europeo di Spinazzola, Cristante e Florenzi

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti

“It’s coming home, it’s coming home”. No, “It’s coming (to) Rome, it’s coming (to) Rome”.

Nella serata di ieri l’Italia di Roberto Mancini si è laureata campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia, riportando il titolo nel Bel Paese – e alla Capitale Roma, appunto – 53 anni dopo l’unico successo contro la Jugoslavia nel 1968.

Tra i 26 protagonisti che hanno regalato ai tifosi una grandissima gioia, hanno partecipato anche i giallorossi Spinazzola, Cristante e Florenzi di cui andremo a riproporre il loro personale cammino.

SPINAZZOLA – Il terzino è stato il calciatore della Roma con il maggior rendimento senza ombra di dubbio. 365’ in campo, due volte nominato “Star of the match” (Turchia e Austria), ha dovuto abbandonare anticipatamente la manifestazione per la sfortunata rottura del tendine d’Achille sinistro nel secondo tempo di Belgio-Italia. Tegola nell’immediato per la Nazionale e, a lungo termine, per la Roma che non lo avrà a disposizione sino all’inizio del 2022. Operato con successo in Finlandia, i suoi compagni gli avevano promesso la finale di Wembley. Dopo aver eliminato ai rigori la Spagna in semifinale (con tanto di cori a lui dedicati nel viaggio di ritorno), Spinazzola ha così raggiunto nuovamente il ritiro azzurro, si è seduto in tribuna contro l’Inghilterra e, al termine di un’altra serie di rigori, è sceso in campo ad esultare con tutte le stampelle. Un epilogo felice e straordinario che gli darà una carica ulteriore durante il suo lungo percorso di recupero.

CRISTANTE – Nonostante non sia mai partito titolare, il CT Roberto Mancini ha sempre dimostrato grande fiducia nei confronti del centrocampista, che ha giocato complessivamente 131’ nelle sei partite in cui è stato gettato nella mischia (panchina solo contro la Spagna). Ingressi studiati per dare sostanza al centrocampo in momenti delicati del match, con Cristante decisivo in occasione della rete del pari di Bonucci nella finale contro l’Inghilterra. Sua, infatti, la “spizzata” da calcio d’angolo a favorire poi la mischia in area risolta dal difensore bianconero. Con la Coppa in mano, questo il suo commento: «Oggi voglio urlare a gran voce la mia gioia: NOI ITALIANI siamo campioni d’Europa. È un’emozione indescrivibile, troppo grande da riuscire a spiegare tutta qui, a parole, con un solo post. È un orgoglio per me far parte di questo gruppo di grandi calciatori ma soprattutto uomini veri. È un orgoglio per me poter difendere questa maglia così piena di responsabilità».

FLORENZI – Avendo iniziato la rassegna continentale ancora come calciatore del Paris Saint-Germain, abbiamo iniziato a seguire in maniera più approfondita Florenzi a partire dal 1° luglio, giorno del ritorno ufficiale alla Roma con il club francese che non ha esercitato il diritto di riscatto di 9 milioni di euro. Un infortunio dopo i primi 45’ di Italia-Turchia ha condizionato il suo rendimento, con il calciatore costretto a saltare tutta la fase a gironi e “scavalcato” definitivamente da Di Lorenzo. Nella finale contro l’Inghilterra torna in campo al 117’, venendo designato come sesto rigorista. Ma Florenzi non andrà mai dal dischetto, con Donnarumma a evitare i tiri a oltranza con la respinta su Saka: «Non è stato un percorso facile, soprattutto per me. Ma questo gruppo ha dimostrato che chiunque gioca è titolare, ero pronto a calciare il sesto rigore ma per fortuna Donnarumma non me l'ha fatto tirare. Sarà davvero emozionante festeggiare a Roma. Avevano fatto i conti senza l'oste, non è “It's coming home, ma it's coming Rome”. Hanno sbagliato solo una consonante, non vedo l'ora di festeggiare nella mia città». Il suo futuro resta lontano dalla maglia giallorossa, ma ora, forse, non è il momento più opportuno per pensarci.

DE ROSSI – Una menzione speciale per l’ex capitano della Roma che, dopo aver solamente sfiorato il titolo Europeo nel 2012, questa volta lo conquista come componente dello staff di Roberto Mancini. Virale la sua esultanza negli spogliatoi, con il “tuffo” in un tavolo bagnato dallo spumante, un atterraggio con capriola e via all’urlo liberatorio.


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