I numeri di Pescara-Roma: netta la supremazia territoriale contro un avversario poco temibile
I tre punti che la Roma è riuscita a portare a casa da Pescara non hanno accontentato proprio tutti, a partire da Zeman, che ha criticato il gioco della propria squadra, rea di aver giocato troppo in orizzontale e di non aver sfruttato adeguatamente le azioni da gol. E’ sì vero che i giallorossi non hanno sfoderato una delle loro miglior prestazioni innanzi ad un Pescara di ben poco rilievo, ma i numeri del match parlano di una supremazia della Roma in quasi tutte le situazioni di gioco. Se il possesso palla, seppur maggiore, non è stato clamorosamente di stampo romanista (54% per gli ospiti contro il 46% dei padroni di casa), il computo dei tiri in porta non lasciano spazio a discussione alcuna: Totti e compagni hanno tirato verso la porta di Perin ben 18 volte, centrando lo specchio in 6 occasioni. Media ben più alta rispetto al Pescara, di cui si contano solo 4 tiri all’attivo e 0 nello specchio.
Anche la supremazia territoriale (ossia i minuti effettivi di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria) è tinta di giallorosso, poiché gli uomini di Zeman hanno giocato per 12 minuti e 50 secondi nella metà campo del Pescara col pallone tra i piedi, che invece ha occupato il territorio romanista in possesso della sfera per poco più di 8 minuti. L’ultimo dato – ma forse il più significativo – è rappresentato dalla percentuale di pericolosità (ossia la produzione offensiva di una squadra), nettamente a favore della Roma: 65,5% contro l’appena 26,6% della compagine del neo tecnico Bergodi.
Se quindi da un lato lo spumeggiante - ma rischioso - calcio zemaniano per una volta è stato accantonato in favore di una maggiore accortezza, dall’altra questa giornata di campionato ha regalato una Roma capace di sfruttare la poca incisività dell'avversario, a rischio di far storcere qualche naso. Nel calcio si hanno pochissime sicurezze e i numeri sono una di queste.