Il cambio modulo e le difficoltà di Kolarov
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Alessandro Pau
Prima gli infortuni, poi le difficoltà tattiche: sono stati diversi i fattori che hanno creato grattacapi a Paulo Fonseca nel corso di questa stagione. Il tecnico portoghese ha dimostrato però di sapersi adattare, e di saper adattare la squadra, a ogni tipo di evenienza. Mancini spostato a centrocampo, Cristante e Veretout ad aiutare la linea difensiva, Zaniolo falso nueve, sono solo alcuni degli escamotage tattici messi in campo dall’allenatore giallorosso, e questi quasi sempre hanno funzionato. Non solo calciatori collocati in posizioni a loro non del tutto congeniali, ma anche moduli diversi. In particolar modo la difesa a 3, già sperimentata varie volte prima del lockdown. Quella difesa a 3 che ora permette alla Roma di poter essere in un ruolino di cinque risultati utili consecutivi. Con questo nuovo modulo molti giocatori sono stati rivitalizzati e altri sono stati “scoperti”, ma non è tutt’oro ciò che luccica. In questa buona Roma, nuova e vincente, c’è anche chi non sta dando quanto ci si possa aspettare. È il caso di Aleksandar Kolarov.
Nei primi match post lockdown il serbo ha trovato spazio, come di consueto, sull’out di sinistra. Fin qui nulla di strano: il numero 11 ha continuato a giocare sulla falsa riga di quanto fatto vedere nella prima parte di stagione. Grande propensione offensiva, diverse conclusioni verso lo specchio della porta avversaria e centralità nella manovra giallorossa. Gli scricchiolii in fase difensiva hanno sempre fatto parte del suo bagaglio tecnico ma compensava con una spinta costante in avanti. Nella sfida interna contro l’Hellas Verona, Fonseca ha avuto l’intuizione di schierarlo nei 3 di difesa, ovviamente nel posto di sinistra. Un’intuizione comunque non tutta sua, visto che il serbo aveva già ricoperto quel ruolo in maniera sistematica nella sua ultima annata al Manchester City.
I compiti di Kolarov nella difesa a 3 sono ovviamente cambiati: ora infatti gli si richiede maggiore attenzione in marcatura e alle dinamiche difensive della squadra, ma al contempo gli dà minori possibilità di avventurarsi all’attacco. Dunque dal Verona in poi, ovvero tre gare totali, Kolarov è sempre stato impiegato in quella posizione del campo. Ebbene, nei match contro gli scaligeri, l’Inter e la SPAL la Roma ha subito in totale 4 reti. Fatta eccezione per il calcio di rigore trasformato da Lukaku e causato da un errore di Spinazzola, l’ex Manchester City ha colpe su tutti gli altri gol subiti dalla Roma.
Partiamo dalla rete di Pessina. Il talento dell’Hellas Verona a inizio ripresa ha siglato una rete ininfluente ai fini del risultato finale, ma comunque insidiosa perché ha permesso agli ospiti di credere nella possibilità di agguantare il pareggio fino all’ultimo respiro. Pessina in quell’occasione ha anticipato proprio lo stesso Kolarov nel cuore dell’area di rigore, toccando il pallone col tacco e spedendolo alle spalle di un incolpevole Pau Lopez. Il serbo in questo caso non è stato abile a chiudere lo specchio al suo avversario, peccando anche nella diagonale difensiva.
Qualche giorno dopo, ancora all’Olimpico, Kolarov è stato confermato in quel ruolo contro l’Inter. Ad aprire le marcature è stato un colpo di testa del difensore nerazzurro de Vrij sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il compito di marcare il centrale olandese spettava proprio al serbo, che si è fatto però superare nello scontro areo, permettendo a uno specialista di colpire indisturbato a rete.
Si arriva infine alla sfida giocata al Paolo Mazza contro i padroni di casa della SPAL. In una partita pressoché perfetta da parte dei giallorossi, terminata con una nettissima vittoria per 1-6, resta la macchia dell’unica realizzazione estense. Eppure un non perfetto Pau Lopez può essere scagionato da ogni colpa. Di fatti sul gol subito non poteva fare molto di più, ma il problema è che quel tiro, in porta, non doveva proprio arrivarci. Nulla togliere alla notevole evoluzione aerea di Alberto Cerri, ma la marcatura di Aleksandar Kolarov in occasione del gol è stata deficitaria. In un match tranquillissimo, che la Roma aveva sbloccato poco prima con Kalinic, i tifosi giallorossi hanno comunque avuto la loro dose di spavento e timore. Alla fine tutto si è risolto in goleada, con lo stesso Kolarov che si è fatto poi perdonare con una rete e ha fatto bene sia in fase di regia e sia in fase offensiva.
Con Ibanez ai box e un campionato che mette in calendario 3 partite nei prossimi 9 giorni, Kolarov ha ancora (poco) tempo per migliorare. C’è da capire se nella delicata sfida di Europa League del 6 agosto contro il Siviglia sarà ancora lui a ricoprire il ruolo di centrale a sinistra o se Fonseca farà affidamento al giovane Ibanez. Anche quest’ultimo, in ogni caso, dall’alto della sua pochissima esperienza e del poco minutaggio collezionato con i compagni, potrebbe incappare in qualche errore. In un match che non ammette errori e repliche, la Roma non può mettersi di sbagliare: a Fonseca il delicato compito di capire chi potrà dare più sicurezza al reparto difensivo giallorosso.
Prossima partita: Roma-Fiorentina, domenica 26 luglio ore 19:30
Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Smalling, Kolarov; Zappacosta, Cristante, Veretout, Spinazzola; Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
Ballottaggi: Zappacosta/Bruno Peres, Diawara/Cristante, Mkhitaryan/Perez.
In dubbio: -
Indisponibili: Santon (lesione muscolare al polpaccio sinistro), Mirante (risentimento al polpaccio), Fazio (contusione alla caviglia sinistra), Ibanez (risentimento all’adduttore della gamba destra).
Squalificati: -
Diffidati: Santon, Dzeko, Diawara, Kluivert.