Il nuovo inizio di Edin Dzeko
Fonte: dall'inviato a Pinzolo Gabriele Chiocchio
Cosa sia più difficile tra confermarsi e riscattarsi è un dilemma di ogni sportivo. Non quello di Edin Džeko, che non è riuscito nel primo intento (almeno per quanto riguarda le attese che hanno accompagnato il suo arrivo nella Capitale quasi un anno fa) e che ora deve necessariamente centrare il bersaglio per quanto riguarda il secondo, dopo una stagione senz’altro negativa, seppur non quanto si è voluto dipingere. Il bosniaco è arrivato qui a Pinzolo sicuramente carico, con tanta consapevolezza di quello che deve fare. Sul palco della presentazione della squadra in Piazza San Giacomo la sua frustrazione è stata evidente quando un tifoso (a dire il vero unico, contro tutto il resto del pubblico, intento a cantare il suo nome) gli ha urlato di prendere la porta. “Posso fare solo meglio e lo farò” ha detto in perfetto italiano, magari guardando per terra ma pronto a mettere in campo tutta la sua voglia di riscatto. Quattro gol in una partitella in famiglia nei primi giorni, altri quattro contro lo sparring-partner del Pinzolo Campiglio: insignificanti anche per le statistiche, ma possibile nuovo inizio di un Edin Džeko voglioso di imparare tutto ciò che Spalletti ha da insegnargli per rimetterlo al centro dell’attacco e del suo progetto di gioco. Il miglioramento, superati i primi giorni in cui alternava momenti di totale sicurezza quando chiamato solo a concludere ad altri di incertezza quando invece c’era da lavorare tatticamente, è già tangibile, ma ogni dettaglio è fondamentale e il numero 9 lo sa perfettamente. Nella giornata di ieri, a fine allenamento il bosniaco è rimasto in campo a esercitarsi sul più fondamentale dei fondamentali, che storicamente padroneggia come pochi altri ma che è stato incredibilmente il suo tallone d’Achille nella sua prima annata in gialllorosso: il tiro in porta. Col destro e col sinistro, di prima o dopo lo stop, dritto o a incrociare, come qualche tifoso gli aveva simpaticamente (e a volte anche meno simpaticamente) chiesto di fare nei momenti bui della sua annata. Džeko si è dunque rimesso in gioco, pronto a far fede alla sua storia di bomber diesel, magari abulico nel primo anno ma implacabile dal secondo (vedansi esperienze al Wolfsburg e al Manchester City). Sta solo a lui dimostrare di valere quanto la Roma ha investito per lui: la strada imboccata è quella giusta.