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Il primo anno dei Friedkin

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

L’anno che da poche ore si è concluso è stato il primo in cui, dal 1° gennaio al 31 dicembre, la proprietà del pacchetto di maggioranza delle azioni della Roma è stata del Friedkin Group. In questi 365 giorni tante cose sono cambiate rispetto al passato; se in meglio o in peggio forse è ancora presto per deciderlo, ma la discontinuità è stata una chiave del lavoro dei texani fino a questo momento.

MOURINHO - A cominciare dalla scelta dell’allenatore, che per la prima volta dopo tanti anni è ricaduta su un profilo di prestigio e non un nome che nella Roma avrebbe dovuto fare il salto di qualità. Chiamare - e convincere - José Mourinho è stata una rivoluzione copernicana che ha fatto cambiare il punto di vista su diverse cose. Una di queste è stata la gestione della rosa: chi ha convinto il tecnico ha giocato, chi non lo ha fatto, come per esempio Gonzalo Villar (0 minuti in campionato), è rimasto fuori senza quasi possibilità di riscatto. O anche lo stile di gioco, decisamente volto alla ricerca di praticità e concretezza in entrambe le fasi piuttosto che a creare un collettivo automatizzato. Infine, la comunicazione: addio - o quasi - agli 0-0 e alle frasi di circostanza, benvenute (o bentornate) invettive contro arbitri, giornalisti o anche gli stessi calciatori, che fossero avversari o anche i propri. Tutte novità accolte, come sempre accade, sia con giubilo che con aspre critiche, in attesa dei risultati, che sono l’elemento che più orienta le opinioni.

MERCATO - Il tecnico conta il tempo in sessioni di mercato, la prossima sta per iniziare e nelle due svoltesi in questo 2021 c’è già il segno dei Friedkin: stop al player trading e via al tentativo di ottimizzare ciò che c’è a disposizione, cercando di tagliare i rami secchi e di reperire quanto di meglio sul mercato le casse giallorosse possano permettere. Una strategia anche fin troppo lineare, che per ora non ha portato chissà quali risultati - la classifica è lì a testimoniarlo - e che per ora è stata sostenuta da continue iniezioni di liquidità da parte dei proprietari, giunti a oltre 270 milioni di euro immessi e in attesa dell’aumento di capitale ampliato a 460. Va capito per quanto tempo - potenzialmente per sempre, più realisticamente no - la proprietà sarà disposta a continuare con questo processo, con l’obiettivo di arrivare a una società in grado di muoversi con le sue gambe non solo per quanto riguarda la sua sussistenza, ma anche su tavoli di trattative più importanti di quelli attuali.

LO STADIO - Una via per aumentare i ricavi, è stato detto tantissime volte, è quella di avere uno stadio di proprietà. L’impresa, almeno per quanto riguarda i suoi passi formali, era vicina al compimento, ma i Friedkin hanno ritenuto essere divenuto irrealizzabile il progetto di Tor di Valle, abbandonandolo e decidendo di ricominciare da zero. Realizzare uno stadio verde, sostenibile ed integrato con il territorio (come da comunicato dello scorso 26 febbraio) è il nuovo obiettivo, per il quale si partirà con la scelta del nuovo terreno, ancora da compiere nonostante alcuni spifferi - che hanno convinto l’Eni a pubblicare una nota di smentita - parlano del Gazometro come prima scelta. E chissà se nel 2022 ci saranno passi avanti concreti.

IL RESTO - Poi tante cose più piccole, ma non necessariamente meno importanti. È cambiato lo sponsor tecnico, con la New Balance che ha presentato addirittura quattro maglie differenti, una delle quali ha visto il tanto agognato ritorno dello stemma sostituito nel 2013, per la gioia dei tifosi tradizionalisti. È cambiata la politica dei prezzi dello stadio, che unita alla voglia di tornare all’Olimpico dopo un anno e più di stop e all’arrivo di José Mourinho, ha portato a tanti sold-out e alla miglior media spettatori della Serie A con la capienza al 75%. Sono cambiati DS (ora GM), CEO e altre cariche dirigenziali, nel tentativo di trovare finalmente una quadra e creare un meccanismo che funzioni nel tempo. Con i Friedkin, in un anno è cambiata la Roma.


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