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In vetta vincono tutte. Inspiegabile Ibra, un Totti leggendario rilancia la Roma

di Massimiliano Bruno

Situazione invariata al vertice del campionato dopo il trentesimo turno: vincono tutte, Milan e Napoli imponendosi in trasferta rispettivamente a Firenze e Bologna, l’Inter in casa con il Chievo. Prosegue la volata scudetto per un finale di campionato a dir poco entusiasmante, si infiamma anche la lotta Champions per il quarto posto grazie alla pesante vittoria ottenuta dalla Roma ad Udine.
La capolista passa facilmente a Firenze superando una Fiorentina abbastanza modesta: la partita va subito sul binario giusto grazie alla rete di Seedorf, il Milan poi controlla agevolmente le disordinate manovre dei padroni di casa e raddoppia con Pato. Inutile il gol di Vargas. Sempre la stessa – buona – musica in casa rossonera: solidità difensiva e zampate offensive, pur senza mettere in mostra un gioco assai articolato. C’è una nota stonata per Allegri: secondo cartellino rosso, consecutivo, per Zlatan Ibrahimovic che salterà almeno due gare. Altre due, o tre. Nervosismo davvero inspiegabile ed indice di un certo egoismo da parte dello svedesone rispetto all’interesse collettivo della squadra.
Restano in scia le due inseguitrici del Milan, pronte a sfruttare il primo passo falso dei rossoneri, comunque i favoriti al successo finale in virtù anche del vantaggio negli scontri diretti. Più Napoli che Inter. Grande prova di forza offerta dagli uomini di Mazzarri in quel di Bologna, privi dello squalificato Cavani diamante della strepitosa stagione partenopea e tifoso scatenato nella tribuna del Dall’Ara. Si sblocca Mascara – primo gol in azzurro – prima della rete del raddoppio siglata da Hamsik su rigore. Il Napoli tiene agevolmente nella ripresa evidenziando ancora una volta di aver compiuto il definitivo salto di qualità a prescindere dal piazzamento finale. Meriti eccezionali a Mazzarri che ha valorizzato una rosa sulla carta non all’altezza delle milanesi ma che sta conducendo un campionato alla pari delle due squadre sicuramente più accreditate al successo finale.
L’Inter si rialza dalla tre giorni da incubo che l’ha vista perdere malamente il derby della Madonnina – e ripiombare a cinque punti di distanza dalla capolista – e poi crollare in Champions nell’andata dei quarti di finale in casa contro lo Shalke 04. Un 2-5 che ha davvero del clamoroso. Il Chievo arriva a San Siro come vittima sacrificale dei feriti nerazzurri e, pur non demeritando, esce sconfitta dalla partita. L’Inter gioca male seguendo trame prevedibili, salvata da una rete di Cambiasso, decisiva una deviazione, e dal raddoppio di Maicon. La rincorsa continua – seppur cinque punti sembrano troppi – per evitare una stagione anonima dopo la strepitosa tripletta realizzata nella stagione appena decorsa.
In chiave Champions è Francesco Totti ad illuminare: il capitano giallorosso decide lo scontro diretto del Friuli tra Udinese e Roma con una favolosa doppietta. Il primo gol rievoca il passato con il cosiddetto “cucchiaio” dagli undici metri che lo rese celebre negli Europei del 2000 e che gela per lunghi attimi il sangue di Montella e di tutti i tifosi giallorossi. L’Udinese trova il pareggio con il solito Di Natale – ventiseiesima rete per lui – ma Totti non ci sta e allo scadere sigla la sua doppietta personale che rilancia pesantemente la Roma verso il quarto posto. L’acuto del campione. A meno quattro da una Lazio dura a morire: il merito di Reja – a costo di esser ripetitivi – è di saper rialzare la squadra dopo le sconfitte. Due gol al Parma e quarto posto momentaneamente riconquistato: sarà bagarre fino al termine, con le romane favorite, almeno sulla carta, su Udinese e Juventus alla terza vittoria consecutiva.
 


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