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La rinascita del "roscio": Thunderbolt is back?

di Eleonora Ciampichetti

La Roma "sta tornando", è innegabile. Sono 11 (in cinque gare) i punti conquistati nell’era Montella dai giallorossi che timidamente stanno ritrovando la continuità di risultati. Se si esclude la disfatta di Shakhtar dell’otto marzo, dal 23 febbraio scorso la squadra capitolina non ha mai perso e, soprattutto, sembra stia pian piano riacquisendo gioco e mentalità. Due ingredienti fondamentali per un club che abbia ambizioni europee ma che, vuoi per colpa dell’instabilità societaria, vuoi per le taciute quanto in realtà solari incomprensioni con l’ex tecnico Ranieri, si erano improvvisamente dissolti a inizio stagione. Una stagione complicata, per certi versi stregata, in cui le migliori aspettative venivano continuamente smentite dai risultati sul campo. Nella confusione generale, a perdere la bussola è stato anche John Arne Riise, ineccepibile protagonista di un Campionato quasi perfetto lo scorso anno, letteralmente l’ombra di se stesso, invece, da agosto in poi. Complice delle sue prestazioni sottotono –bisogna dirlo- è stato anche il brutto infortunio rimediato a settembre con la sua Nazionale in allenamento. Uno scontro aereo con un suo compagno gli causa una commozione cerebrale, John è costretto a fermarsi 40 giorni, ma quando torna a disposizione di Ranieri non è più lo stesso. Il norvegese fatica a riprendersi e non riesce più ad esprimersi ai suoi livelli; eccezion fatta per un paio di partite (a Basilea e in casa con il Cagliari) in cui ottiene ampie sufficienze in pagella, Riise non trova quasi mai il giusto approccio alle gare. Nessuno sembra più riconoscere il “roscio” terzino, che stenta non solo nella fase offensiva ma anche e soprattutto in quella difensiva, procurando spesso e volentieri problemi alla retroguardia giallorossa. Emblematico in tal senso è stato l’errore contro lo Shakhtar Donetsk all’Olimpico il 16 febbraio scorso, quando scivolando goffamente diede il via all’azione dalla quale di fatto scaturirà la terza rete degli ucraini.
È “notte fonda” per la Roma così come lo è per Riise; certo non gli si può rimproverare uno scarso impegno, perché lui è uno che non molla. Lavora a testa bassa, vive con dispiacere questo momento ma a Trigoria è sempre il primo ad arrivare, non salta un allenamento ed è convinto che tornerà quello di un tempo. Già, è una questione di tempo e John lo sa. La sconfitta rocambolesca per quattro reti a tre contro il Genoa cambia tutto: Ranieri si dimette, al suo posto subito Montella. Con lui in panchina la Roma sembra dare segnali di ripresa partita dopo partita. Fino ad arrivare al derby in cui Totti trascina i compagni al successo, il quinto consecutivo nella stracittadina, e Riise torna il “padrone” della fascia sinistra; sicuro, puntuale negli anticipi e nelle diagonali difensive, il terzino giallorosso sembra di nuovo il “muro” che la stagione passata aveva fatto innamorare tanti tifosi romanisti. Seppure a bassa voce, si può dirlo: John è sulla strada giusta e lo conferma a Firenze, dove contro i Viola disputa una buona gara che gli vale la media voti di 6.37, secondo soltanto a Francesco Totti, autore della doppietta che consegna alla Roma il pareggio su un campo ostico come quello del Franchi. Il norvegese non solo guadagna un calcio di rigore, ma crea nella seconda frazione di gioco l’assist per il secondo gol del Capitano.
Insomma, per dirla con uno striscione della curva giallorossa “Ce Riisemo”, con la speranza e la sensazione che John stia davvero tornando una delle certezze giallorosse più importanti.
 


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