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LA VOCE DEI TIFOSI - "Questa partita è un'agonia, non la vivo bene"

di Gabriele Chiocchio

Tensione e scaramanzia. Anche a Testaccio, cuore pulsante del tifo giallorosso, si respira quest'aria a poco più di 24 ore dall'attesissima - e temutissima - finale di Coppa Italia contro la Lazio. In pochissimi vogliono parlare di questa partita: qualcuno non è andato oltre un paio di monosillabi, altri si sono trincerati dietro le proprie occupazioni lavorative, altri ancora hanno approfittato dell'arrivo di amici con cui parlare di politica per evitare l'argomento, quasi tabù anche dove il calcio e la Roma sono una religione.

Il perché lo spiega Andrea, che lavora in un bar a Piazza Santa Maria Liberatrice: "E' una partita che non volevano né i romanisti, né i laziali. Non so se sarebbe di più la gioia della vittoria o la delusione della sconfitta. Non vedo l'ora che finisca perché finirà un'agonia. Non la vivo bene, se la Roma vincesse sarei contentissimo, ma se perdesse sarei più arrabbiato di quanto sarei contento se vincesse". Questo è un sentimento condiviso da tante altre persone, che non hanno voluto dir nulla sul match come se una parola di troppo potesse cambiare la storia.

Con un po' di impegno si riesce a trovare comunque qualche temerario, che pensa con serenità e fiducia al grande appuntamento. Come Giuliano, gestore di una gelateria a Piazza Testaccio: "Spero che vada tutto per il meglio e che la Roma vinca. Riti scaramantici? Nessuno, andiamo a testa alta e vinciamo. Un giocatore su cui puntare? Totti. Penso che sarà una partita combattuta ma la Roma vincerà. Ho anche due figli laziali..."; oppure Gaetano, proprietario di una tintoria, che forse più di tutti incarna il tipico spirito testaccino, anche in queste giornate dove l'ansia fa da padrona, e che racconta anche un aneddoto legato a un cimelio giallorosso orgogliosamente sfoggiato nel suo esercizio: "Speriamo che vada tutto bene, il derby è sempre il derby. Quelli sono morti, hanno preso la sveglia, li abbiamo superati e stiamo tranquilli. Uno l'abbiamo perso, uno l'abbiamo pareggiato, questo speriamo di vincerlo. Riti scaramantici? In passato in occasione di ogni derby che si giocava regalavo sempre qualche cosa della Roma a mia sorella, dovrò trovarle qualcosa. Mi auguro che Totti faccia un paio di gol. Se ho paura di qualcuno della Lazio? Sono tutti cadaveri, sono tutti morti. Qualche amico laziale? Avevo un cognato, ma disgraziatamente è morto. Ho un nipote che è laziale come il padre, ma di sport non ne parliamo. Ho una targa che mia sorella ebbe in regalo per aver mandato a quel paese mio cognato in occasione dello scudetto '82-'83, perché lui diceva che lo meritava la Juventus".

E se anche a Testaccio si fatica a parlare di Roma, significa che ciò che avverrà domenica sarà davvero irripetibile, sportivamente nel bene o nel male. Con la speranza che proprio queste vie tornino presto a colorarsi di giallorosso come è sempre accaduto e sempre accadrà.


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Venerdì 13 dicembre
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