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Le difficoltà di Gasperini nel gestire l'ambiente Inter. La pazienza di Moratti è già finita?

di Yuri Dell'Aquila

E' un'Inter allo sbando, a corto di idee e di gioco, quella che sabato sera affronterà la Roma nell'anticipo delle 20.45 della terza giornata di Campionato. La serie di tre sconfitte nei primi tre impegni ufficiali (Milan-Inter 2-1, finale di Supercoppa Italiana disputata a Pechino il 6 agosto, Palermo-Inter 4-3 e la ben più recente Inter-Trabzonspor 0-1 maturata lo scorso mercoledì sera nell'esordio in Champions League) ha gettato nello sconforto l'intera tifoseria nerazzurra, che non assisteva ad un inizio peggiore dalla lontana stagione 1921/1922, quando addirittura si giunse a cinque sconfitte consecutive.

Sul banco degli imputati il Mister, Gian Piero Gasperini, giunto in estate dopo l'esonero dal Genoa e scelto da Massimo Moratti dopo i rifiuti, veri o presunti tali, di altri allenatori, su tutti Villas Boas, che nell'immaginario collettivo avrebbe potuto emulare le gesta di Josè Mourinho, e quel Marcelo Bielsa accostato anche alla Roma. Le colpe per questo inizio deficitario tuttavia non possono essere attribuite interamente al tecnico di Grugliasco: il suo arrivo sulla panchina milanese non è stato dei più facili, dal momento che è coinciso con una situazione di estremo caos a livello strutturale nella composizione della rosa: il caso Eto'o ha conquistato le copertine di tutti gli organi di stampa per buona parte del calciomercato, e l'addio dell'attaccante da 53 gol in 2 stagioni ha contribuito ad alimentare le polemiche per un indebolimento da parte dei Campioni del Mondo uscenti. Il calciatore scelto per rimpiazzare il camerunense è stato Diego Forlan, recente vincitore della Copa America col suo Uruguay, ma che per una svista della società è stato inserito nella Lista Uefa tra gli eleggibili per disputare la massima competizione europea, sebbene avesse già giocato una gara dei preliminari col vecchio club, l'Atletico Madrid, impedendogli quindi di scendere in campo con una maglia diversa.

Alla Pinetina regna il disordine, Gasperini ha tentato di importare la sua filosofia di gioco, quel 3-4-3 che ha fatto le fortune di un Genoa promosso in Serie A dopo un'astinenza durata ben 12 anni, ma non gli è stato lasciato il tempo di farlo assimilare ai giocatori e dopo le 4 reti incassate a Palermo è stato “costretto”, dietro velate dichiarazioni di Moratti, a snaturare il suo credo per tornare ad una difesa a 4 che comunque è stata bucata dal terzino del Trabzonspor Celutska, evidenziando i limiti di una formazione, non legati solamente al modulo scelto. In questo contesto, vanno inserite anche le schermaglie con Wesley Sneijder, il fantasista olandese che per sua stessa ammissione è stato ad un passo dal fare le valigie in direzione Manchester ma che al 31 agosto si è ritrovato a vestire ancora la maglia nerazzurra. Fatto fuori al debutto in campionato per uno Zarate che ha poi sostituito dopo soli 35 minuti di gioco, il vice Campione del Mondo con gli Oranje non ha gradito la collocazione tattica del nuovo tecnico, che vorrebbe vincolarlo al centro del campo con compiti di ripiegamento che gli impedirebbero di esprimere al meglio le sue spiccate doti offensive. Non a caso, nella gara di Supercoppa, schierato dietro all'unica punta Eto'o, Sneijder per tutto il primo tempo era risultato il migliore dei suoi, oltre ad aver realizzato della rete del vantaggio.

Dopo questi tre match persi la posizione di Gasperini è dunque in bilico, sebbene Moratti abbia stemperato un po' gli animi dichiarando di voler aspettare ancora un po' di giornate per vedere i frutti del lavoro svolto dal Mister, ma è lecito aspettarsi che un risultato negativo contro la Roma  potrebbe generare l'allontamento del tecnico dalla panchina nerazzurra. Un'occasione d'oro quindi per la squadra giallorossa, che vive un momento per certi versi analogo a quello dell'Inter, e che dovrà essere cinica nell'approfittare della debolezza soprattutto mentale degli avversari, chiamati ad una vittoria obbligata sotto gli occhi del pubblico amico, ma già spazientito di fronte a queste prime sconfitte.

In campo, ancora out i lungodegenti Cordoba, Maicon e Thiago Motta, così come sembrerebbe lontano dal recupero anche l'ex Chivu, gli undici titolari dovrebbero schierarsi in un 4-3-1-2 con Julio Cesar in porta, linea difensiva composta da Jonathan, Lucio, Samuel e Nagatomo, a centrocampo Capitan Zanetti, Cambiasso e Obi, mentre Wesley Sneijder agirà dietro alle due punte, presumibilmente Milito e Forlan, sebbene Pazzini scalpiti per una maglia da titolare. Da verificare le condizioni di Stankovic, che nel caso sostituirebbe il giovane Obi.


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