.

Le parole dei protagonisti - Scudetto: dalla fantasia alla realtà?

di Emanuele Melfi

"La prima partita preoccupante, spero che la squadra reagirà. Tre gol in sette minuti una squadra vera non li può prendere mai. Così non si può giocare a calcio, non si può giocare così in Serie A con avversari di prestigio come la Juve". Parola di Zdenek Zeman. Con questo attacco frontale il tecnico boemo commenta la prestazione dei giallorossi a Torino, una sconfitta che ha lasciato un retrogusto amaro non solo per il risultato, ma anche - se non soprattutto - per le dichiarazioni dei protagonisti nel dopo gara. Dichiarazioni a tratti quasi inquietanti.

Rincara la dose Zeman: "Cosa manca a questa squadra? Spero sia questione di tempo, ma oggi saremmo stati in difficoltà con chiunque". E fa un certo effetto sentire parlare così il boemo, colui che aveva prima di tutti nominato la parola scudetto prima della gara contro la Sampdoria: "Ce la possiamo giocare. E' una squadra che ha dei talenti, che può giocare un buon calcio e affrontare tutti, io credo in questi giocatori". Parole in netto contrasto con quelle di ieri sera, che suonano come un campanello d'allarme per tutto il mondo Roma. 

Continua il valzer delle dichiarazioni preoccupanti. E' il turno di Florenzi: "Siamo molto amareggiati. Nella ripresa abbiamo avuto uno spirito di rivalsa, abbiamo messo in pratica il 10% di quello che vuole il mister, non abbiamo dato il massimo". Un pensiero che va a braccetto con quanto già sottolineato dai bordocampisti Sky durante il match: giocatori che si scambiavano posizioni in campo senza interpellare il mister e le continue lamentele proprio di Zeman sulla cattiveria agonistica messa in campo dai suoi giocatori. Un concetto ribadito e sposato da Walter Sabatini, l'unica voce in rappresentanza della società. Il ds ha picchiato duro su alcuni elementi della rosa: "Dobbiamo rivalutare alcune scelte che abbiamo fatto, mi riferisco ad alcuni giocatori che non hanno interpretato bene la partita. Abbiamo dato del tempo, ora bisogna scuoterci. Ai giocatori voglio dire che non sono solo le qualità tecniche a contare ma anche il temperamento da mettere in campo in ogni gara è fondamentale. In molti non stanno meritando questa maglia". Un attacco durissimo che probabilmente porterà ad alcune importanti valutazioni in sede di calciomercato.

Ma chi centra il punto della questione è il solito De Rossi, uno che non le ha mai mandate a dire: "L'obiettivo realistico? Ci si fa del male a pensare allo scudetto, l'ho sempre detto. E' una squadra che facendo un grande campionato può arrivare terza e sarebbe un risultato incredibile". Il centrocampista continua, muovendosi come un elefante in una cristalleria: "Io non sono rimasto qua per fare queste figuracce. Questa era una gara che si poteva affrontare diversamente e c'è il rischio che lasci qualcosa di pesante". Gli unici tre punti ottenuti sul campo dai giallorossi - oltre quelli "conquistati" a tavolino con il Cagliari - sono quelli di San Siro contro l'Inter, ma il numero 16, in un certo senso, ridimensiona anche quella vittoria: "Come mai con i nerazzurri abbiamo fatto un'altra gara? Li abbiamo solo presi in un momento difficile". Netto, preciso, sincero. De Rossi.

La sensazione, dunque, è che il risultato di Torino non abbia solo ferito nell'orgoglio giocatori, tifosi e società (Sabatini l'ha definita una "batosta insopportabile"), ma abbia sgretolato la certezza di poter lottare per traguardi molto ambiziosi. Forse, da ieri sera, l'ambiente giallorosso è nuovamente tornato sulla Terra.


Altre notizie
PUBBLICITÀ