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Non solo Karsdorp, le sfuriate Special di Mourinho

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti

In casa Roma tiene ancora banco la sfuriata di Mourinho nel postpartita contro il Sassuolo, con un calciatore accusato di “tradimento” in quanto ad atteggiamento mostrato in campo. Pur non nominandolo pubblicamente, il riferimento è abbastanza chiaro ed è Rick Karsdorp, solo l’ultimo tra i giocatori allenati in carriera dallo Special One ad aver ricevuto un’accusa, un rimprovero, una strigliata pubblica. Andiamo a ricordare alcuni casi.

Tra i primi a ricevere un rimbrotto davanti alle telecamere fu addirittura Ricardo Carvalho, uno dei suoi “uomini” per eccellenza con il quale costruì le fortune al Porto. Mourinho decise di portarselo al Chelsea, ma poi lo lasciò fuori dai titolari al debutto contro il Wigan. Una mossa che non andò giù al difensore portoghese che si lamentò ai microfoni di A Bola: “È una cosa che trovo totalmente incomprensibile, non posso pensare di essere diventato la terza scelta. Ci ho pensato parecchio a lungo, ma davvero non riesco a capire perché mi ha detto quello che mi ha detto al momento di lasciarmi fuori”. Anziché replicare dentro lo spogliatoio, Mourinho parlò pubblicamente delle dichiarazioni di Carvalho, lanciando ben più di una frecciatina: “Mi sembra che Carvalho abbia problemi a capire le cose, forse dovrebbe fare un test sul quoziente d’intelligenza. Non mi ha fatto piacere leggere queste cose sui giornali, lavoro con lui da quattro anni e non capisco queste cose. Forse ha bisogno di un dottore”.

Nel giugno del 2007, durante una vacanza in Ghana con la propria famiglia, rilasciò alcune dichiarazioni contro Shevchenko che furono riprese da importanti giornali come The Sun e AS. Nello specifico, così lo Special One rispose in merito a un possibile addio dell’attaccante ucraino: "Per sapere se Shevchenko andrà al Milan non dovete chiederlo a lui. In casa mia comando io, mentre nel caso di Andriy, se sua moglie alza la voce, lui corre a nascondersi sotto il letto con la coda fra le gambe". Parole ironiche e pungenti che portarono poi alla separazione tra il Chelsea e Shevchenko nell’estate del 2008.

Sempre durante l’avventura al Chelsea, José Mourinho se la prese con Joe Cole nonostante un suo gol-vittoria contro il Liverpool: “Quando ha segnato, per lui la partita è finita. Avevo bisogno di undici giocatori per organizzare la fase difensiva, ma ne avevo solo dieci. Deve imparare ancora molto, deve capire che deve giocare per impressionare me, non il pubblico. È vero, ha avuto un grande impatto sulla partita e sulla fase offensiva, ma la sua partita ha due facce. Quella bella e un’altra che non mi piace e che va cambiata”.

Nella sua parentesi all’Inter, ecco una battuta all’allora giovanissimo Mario Balotelli in una conferenza stampa del dicembre 2008: “Lavora al 25% dell’intensità degli altri, come può pretendere di giocare? Io non regalo privilegi a nessuno”.

Tornato al Chelsea, Mourinho bocciò Lukaku, rientrato dal prestito al West Bromwich, con il belga che passò all’Everton. L’attaccante, in un’intervista concessa nel mese di novembre, pizzicò indirettamente lo Special One: “È una situazione un po’ strana, non sento nessuno del Chelsea da due mesi. Se giocassi con loro avrei giocato forse cinque partite e avrei segnato uno o due gol. Ma adesso in Inghilterra tutti parlano di me”. Parole che scatenarono la reazione di Mourinho: «Romelu è un ragazzo giovane che parla troppo. Si chieda perché oggi non è qui. Ci pensi: perché gioca nell’Everton e non nel Chelsea? E l’ultima volta che l’ho sentito gli ho chiesto esattamente questo: “perché non dici il motivo per cui te ne sei voluto andare?” Se ti piace parlare, parla di tutto, non parlare solo a metà. Perché sei voluto andare via dal Chelsea? Chiedeteglielo».

Nel maggio 2014, poche ore dopo l’eliminazione dalla Champions League, una “vittima” illustre di uno degli sfoghi di Mourinho fu nientemeno che Eden Hazard. Il belga, infatti, criticò il gioco del Chelsea in un’intervista a una radio francese, dove disse “siamo una squadra costruita per giocare in contropiede”. Una frase alla quale Mourinho replicò in questa maniera: “Ho ascoltato l’intervista ed è stato estrapolato un concetto in un contesto più largo. Certe considerazioni sono fatte in questi casi da giocatori che cercano anche di giustificare i loro errori. Nell’azione del primo gol dell’Atletico, Cole si è trovato solo. Contro il Liverpool, sulla fascia sinistra con Schurrle non abbiamo avuto questi problemi. Hazard non è ancora pronto a sacrificarsi al 100% per il Chelsea”.

Ai tempi del Manchester United, invece, Mourinho mise fuori rosa un certo Bastian Schweinsteiger, reo di aver rifiutato la cessione in estate. Il tedesco finì con l’allenarsi con gli Under 23 e, interpellato sulla questione, lo Special One rispose: “Ha un contratto con il Man Utd e ha deciso di rimanere. Non è un nostro problema, il calcio è fatto di decisioni, è stato così per la mia intera carriera. Bastian non parla molto di questa cosa, è libero di farlo ed è libero di usare i social nel modo corretto e obiettivo che sta adoperando".

Nel marzo 2017 Schweinsteiger vola in MLS per giocare con i Chicago Fire, venendo salutato freddamente da Mourinho: “Era spesso fuori per infortunio, non si è mai curato all’interno del club. Ho pensato che non avesse la giusta mentalità, era il tipo di giocatore che non mi piaceva avere in squadra”. Contrariamente ad altre circostanze già elencate, però, poco tempo dopo Mourinho fece un qualcosa per lui inconsueto, cioè chiedere scusa a Schweinsteiger per il trattamento riservatogli: “Non sono stato giusto con lui. Lui è uno di quei giocatori nei confronti del quale mi sento in difetto e gliel’ho detto che non sono stato giusto con lui e da adesso lo sarò. Mi pento e non è un problema per me ammetterlo. Così, quando mi ha chiesto di poter andare via gli ho detto di sì. Perdiamo un bravo ragazzo, un grande professionista. Probabilmente avremmo avuto ancora bisogno di lui ma dovevo lasciarlo andare”.

Questi, ripetiamo, sono solo alcuni dei casi che hanno coinvolto Mourinho e giocatori da lui allenati. Oltre a Karsdorp, altri giocatori sono finiti a cadenza nel suo mirino, anche uno dei suoi pupilli come Abraham. Quest’ultimo, infatti, è stato protagonista di un episodio simile a quello raccontato in precedenza con Joe Cole, dal momento che dopo Juventus-Roma dello scorso 27 agosto, nonostante il gol del pareggio, Mourinho definì “orribile” la partita di Abraham. L’inglese, tra l’altro, è stato anche pizzicato mercoledì sera dopo Sassuolo-Roma, con Mourinho che ne ha sì elogiato l’ingresso in campo ma si è anche chiesto: “Perché non ha mostrato questo atteggiamento altre volte?”.

Insomma, piaccia o non piaccia, José Mourinho è anche questo: prendere o lasciare.

Prossima partita: Roma-Torino, domenica 13 novembre ore 15:00
Probabile formazione (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Celik, Cristante, Camara, Zalewski; Volpato, Zaniolo; Abraham.
Ballottaggi: Zalewski/El Shaarawy, Camara/Matic.
In dubbio: Dybala.
Diffidati: Mancini, Cristante.
Squalificati: -
Indisponibili: Darboe (rottura legamento crociato anteriore del ginocchio destro), Wijnaldum (frattura della tibia destra), Spinazzola (lesione al retto femorale sinistro), Pellegrini (lesione di 1° grado al flessore destro).


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