Osvaldo recidivo: una carriera tra gol ed espulsioni
La Roma passa in scioltezza ai Quarti di finale di Coppa Italia grazie al 3-0 rifilato all'Atalanta con i gol di Pjanic, Osvaldo e Destro. Unica nota stonata della serata è però quella del centravanti italoargentino che nonostante il risultato ormai al sicuro, ed una buona prestazione personale, al nono minuto della ripresa si fa cacciare dall'arbitro Russo per una gomitata al volto di Matheu in area di rigore bergamasca. Questo rosso significherà per la Roma anche la sua assenza nella prossima partita di Coppa, che unita a quella di Lamela che deve scontare un altro turno, mette un po' in difficoltà Zeman nelle scelte.
Un “colpo di testa” ogni tanto nel calcio può capitare, ed è normale. L'errore fa parte della natura umana. Il problema è quando nell'errore si persevera, ed è questo il caso di Osvaldo. L'attaccante con questa espulsione è arrivato a quota nove in carriera, e per un centravanti non è certo una cifra nella norma. Solo in questa stagione siamo a quota tre, contando quella contro l'Inter e quella in Nazionale contro la Danimarca.
Il rosso di San Siro alla fine ci può stare. È arrivato per un allontanamento del pallone a gioco fermo e per un fallo di mano allo scadere del match, doppio giallo e doccia anticipata. Quello contro la Danimarca è invece molto meno comprensibile visto che il secondo tempo era iniziato da poco più di 10 secondi e a causa di una inutile manata al volto di un avversario a centrocampo, gli azzurri sono stati costretti a giocare l'intera ripresa in dieci uomini.
Nonostante i tanti gol messi a segno, e le prestazioni ottime a cui il giocatore ha abituato tutto il popolo romanista, da quando è giunto a Roma, con quella di ieri, Osvaldo è arrivato a quattro cartellini rossi, e l'unico in qualche modo giustificabile è proprio quello contro l'Inter. Nella scorsa stagione si fece infatti cacciare anche contro l'Atalanta per un calcio a Cigarini a palla lontana e contro la Fiorentina per proteste insistite.
Questa indole un po' sregolata di Osvaldo è comunque dimostrata dai numeri in tutta la sua carriera. Nella sua militanza all'Espanyol subì tre giornate di squalifica per una gomitata al volto di Villanueva in un match contro il Mallorca, seguita anche da insulti verso il direttore di gara, mentre quando giocava nella Fiorentina per due volte, contro Juventus e Lecce, subentrò a partita in corso e nel giro di 29 minuti la prima volta e 41 nella seconda riuscì a rimediare il doppio giallo che lo fecero rientrare anzitempo negli spogliatoi.
È vero che il connubio genio e sregolatezza è un binomio comune in diversi ambiti, e nel calcio si trovano moltissimi esempi, ma è altrettanto vero che la recidività nell'incappare in debolezze evitabilissime non può essere sempre giustificata dal talento.