Pato-Cavani botta e risposta scudetto. Il (non) riscatto di Leo, perde Montella
La trentunesima giornata di campionato non è indicata ai deboli di cuore. Sul piatto ben tre incontri di cartello: il derby di Milano, la sfida tra le novità del torneo Napoli e Lazio, e tra chi ha deluso nel corso dell’intera stagione (Roma e Juventus). La classifica ne esce pesantemente condizionata, vediamo il perché.
Giornata di bomber innanzitutto, di calciatori che fanno la differenza: il primo squillo è di Pato, che nell’anticipo del sabato sera demolisce i rivali nerazzurri rispedendo l’Inter a cinque punti dalla vetta. Contrariamente alla tendenza delle ultime gare, il Milan scende in campo con la determinazione giusta, l’approccio alla gara è impeccabile e soprattutto domina letteralmente a centrocampo per evidente superiorità numerica. Leo sbaglia tutto: sceglie un assetto oltremodo offensivo ma lascia il controllo della fase nevralgica del campo ai rossoneri, gli attaccanti inoltre non pungono ed il piatto è servito. Tre a zero, brilla quel fuoriclasse di Pato autentico mattatore della gara, Leonardo deve rimandare l’appuntamento con la gloria: il riscatto non arriva, eppure sembrava la serata perfetta. Tacciato di traditore dalla curva rossonera, ma cacciato l’anno scorso da Berlusconi per “non obbedienza” ai dettami presidenziali, si vede sfuggire l’occasione di una vita: ne avrà altre, magari con più esperienza da allenatore. Ciò che oggi gli manca.
A Pato risponde Cavani. Le parole per descrivere l’attaccante uruguayano del Napoli sono davvero finite, la quarta tripletta stagionale consegna il secondo posto ai partenopei in una partita da cardiopalma: gli uomini di Mazzarri inizialmente vanno sotto di due reti, trovano il pari ma ripiombano nell’oblio con un’autorete di Aronica. E’ il Matador a regalare il 4-3 negli ultimi minuti: la città sogna ad occhi aperti, l’entusiasmo è alle stelle ed il campionato è assolutamente strepitoso. Nella lotta scudetto il Napoli ha dalla sua la forza della spensieratezza, il non obbligo di vincere a tutti i costi: centrato praticamente l’obiettivo Champions, può provare a dare fastidio alle milanesi. Con una rosa più corta e un bagaglio di esperienza minore, ma sulle ali della gioia e sulle spalle di un Cavani poetico e di un Mazzarri impeccabile.
Nella lotta Champions la Roma non sfrutta i passi falsi del pomeriggio occorsi a Lazio e Udinese: detto dei biancocelesti, autori comunque di una prova di alto livello al San Paolo, i friulani si sfaldano in quel di Lecce. Gli uomini di Montella si lasciano sorprendere nelle mura amiche dalla Juventus gettando via tre punti d’oro nella rincorsa al quarto posto. Parte bene la Roma, concentrata e motivata, salvo poi soffrire il ritorno di una Juventus oramai senza nulla da perdere. In attacco il gol non arriva, complice una mostruosa prestazione di Storari; ma è in difesa, ancora, che si evidenziano le lacune maggiori. Grosso sfonda sulla sinistra per tutta la gara, suoi i due assist a Krasic prima e a Matri poi per il sonoro 0-2. Montella stecca la prima dopo i complimenti incassati dalla nuova (imminente l’ufficialità) presidenza americana: difficile la conferma, assolutamente improbabile in caso di fallimento dell’obiettivo minimo, appunto il quarto posto.
Classifica allungata rispetto alle evidenze degli ultimi turni (caso unico dall’avvento dei tre punti). A meno di colpi di scena (ma questo campionato sconsiglia previsioni di ogni genere), i primi tre posti sembrano assegnati, l’ordine ancora no. Udinese, Lazio e Roma si contenderanno la quarta piazza utile per l’accesso ai preliminari della Champions League.