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Piove su Roma

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti

Per la terza volta nel giro di 12 anni, la Roma esce umiliata con il risultato di 7-1. La Fiorentina come il Bayern Monaco, il Bayern Monaco come il Manchester United. Difficile, se non impossibile, provare a dare una spiegazione per quanto concerne un crollo di queste proporzioni, quello che si può fare è attenersi ai fatti. E i fatti dicono chiaramente che la Roma vista al Franchi ha meritato di perdere e di perdere con quelle proporzioni. Sì, la Fiorentina, soprattutto in casa, è sempre un avversario ostico ma, con tutto il rispetto, è pur sempre una squadra che storicamente è stata al tuo livello e che ieri, invece, sembrava una formazione di marziani. È stato un po' come assistere a un Davide contro Golia, con Biraghi nelle vesti di un Maldini d'annata (Florenzi avrà gli incubi per un bel po'), con Chiesa che si riscopre goleador (prima tripletta in carriera) e con il Cholito Simeone che, con la doppietta finale, magari esce dalla sua personalissima crisi.

Una crisi, profonda, che investe la Roma tutta, dai giocatori ai tifosi. Sin dalle prime battute di gioco, i capitolini sono apparsi nervosi, come avessero accumulato qualcosa nell'arco della stagione e che, in qualche modo, dovevano sfogare. Tuttavia, questo loro sentimento si è rivelato un'arma suicida, che ha portato la squadra ad allungarsi e a consegnarsi alla Fiorentina, che guarda caso fa della velocità negli spazi aperti il suo punto di vista, con il velocista Chiesa su di tutti. Eppure, la bomba di Kolarov che ha portato i giallorossi sul 2-1 ha ricordato il suo sigillo a Londra contro il Chelsea e, per pochi minuti, qualcosa nell'aria faceva pensare a una reazione simile a quella contro i Blues.

La rete del serbo, però, si è rivelata un fuoco di paglia. Chiuso il primo tempo sul 3-1 viola, il mister getta nella mischia Pellegrini e Dzeko, con quest'ultimo con i nervi a fior di pelle sin dal suo ingresso in campo. Dopo il 4-1, l'ariete bosniaco ha discusso apertamente con Cristante, reo di aver perso la sfera in occasione del gol subìto. Non contenti, i due hanno continuato a puntarsi il dito anche nell'azione successiva, poco prima che lo stesso Dzeko, evidentemente frustrato dal risultato e non solo, scagliasse la sua ira contro Manganiello che, prontamente, lo rispedisce negli spogliatoi anzitempo.

Siamo al 70' e, nonostante il 4-1, nonostante la pioggia battente, nonostante la situazione, il settore ospiti a tinte giallorosse continua orgogliosamente a cantare. Una melodia, però, interrotta poco prima del recupero, giusto il tempo di chiudere con il risultato più temuto da 12 anni a questa parte. Al fischio finale, dopo qualche secondo passato a rendersi conto di ciò che era accaduto, i 2500 presenti hanno chiamato a raccolta furiosi i loro beniamini. Tra tutti loro, tuttavia, hanno risposto parzialmente all'appello pochi giocatori, tra cui capitan De Rossi (per lui rientro in campo dopo tre mesi), Cristante, Manolas e Kolarov i quali, timidamente, hanno accennato ad avvicinarsi al settore, applaudendo e chiedendo scusa per poi dirigersi immediatamente e mestamente negli spogliatoi, sempre sotto la pioggia (non solo atmosferica ma anche di gol).

Nessun ritiro e nessuna testa (Di Francesco?) è caduta ma, onde evitare contatti con i supporters a Termini, si è deciso di ritornare in pullman. Proprio come avvenuto il 23 settembre dopo il desolante ko contro il Bologna, che ha esonerato Inzaghi due giorni fa dopo aver conquistato 2 vittorie in 21 partite. Come quattro mesi fa, la Roma è chiamata a rialzarsi ma servirà ben più di una vittoria (eventuale) contro il Milan per cancellarsi l'ennesima onta subita.


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