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Quando Allegri fu a un passo dalla Roma

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Da quando siede sulla panchina della Juventus, Massimiliano Allegri ha affrontato otto volte la Roma e si accinge a esserne avversario per la nona volta, ma è storia nota come il tecnico toscano sia stato a un centimetro dall’allenarla.

SERVIVA UN ITALIANO - È il maggio del 2013 e, prima ancora dell’infausta finale di Coppa Italia contro la Lazio, la Roma è già a caccia del tecnico per l’anno successivo. Gli esperimenti stranieri di Luis Enrique e Zeman non hanno dato i frutti sperati - eufemismo - e allora i giallorossi vorrebbero cambiare strategia, puntando sui migliori allenatori italiani disponibili: Walter Mazzarri e, appunto, Massimiliano Allegri. L’ex napolista, però, raggiunge un accordo con l’Inter e si tira fuori da questo ballottaggio.

TRA DUE FUOCHI - C’è chi giura che la Roma e Allegri abbiano un accordo già da qualche mese, e che i giocatori trattati e poi acquistati (Mehdi Benatia e Kevin Strootman su tutti) siano profili quantomeno molto graditi al livornese. Che però ha ancora un anno di contratto col Milan (con cui, nonostante le cessioni di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva, ha raggiunto il terzo posto e la qualificazione ai playoff di Champions League) e, dunque, deve liberarsi per poter prendere il Frecciarossa per la Capitale. Fosse per Silvio Berlusconi, non ci sarebbero problemi: il presidente ha già in mente un futuro con Clarence Seedorf in panchina e l’unico motivo del contendere sarebbe l’eventuale buonuscita. Vengono inoltre diffuse delle presunte dichiarazioni che non lascerebbero spazio a interpretazioni: “Allegri andrà alla Roma, l'annuncio dopo la partita con il Siena (ultima di campionato, ndr)”, parole poi smentite dal numero 1 rossonero. C’è però la vera anima sportiva del Milan, Adriano Galliani, che non vuole rinunciare così facilmente al tecnico, che è dunque incastrato tra due fuochi, con i giorni che continuano a scorrere e la Roma ancora senza allenatore.

LA CENA E IL FOTOGRAFO - Allegri vuole il rinnovo di contratto e rassicurazioni sul mercato: una mossa che, all’apparenza, sembrerebbe un segnale di voler forzare la mano. Si susseguono incontri che portano a nulla di fatto, fino alla sera del 2 giugno 2013, quando è previsto un summit tra i tre a Villa San Martino. Inizialmente, non è chiaro se sia l’ultimo capitolo della storia rossonera di Allegri o la serata della riconciliazione. Passano le ore senza che trapeli alcuna indiscrezione, ma l’indizio decisivo lo fornisce una figura apparentemente più che secondaria: si scopre che nella villa sono presenti Giuseppe Sapienza, responsabile delle comunicazioni del Milan, e, soprattutto, il fotografo ufficiale del club rossonero. Il motivo diventa chiaro allo scoccare della mezzanotte, quando viene pubblicato un comunicato che ufficializza la conferma di Allegri, senza però alcuna variazione contrattuale.

DIFRA NEL DESTINO - La Roma è dunque costretta a ricominciare da zero e a cercarsi un nuovo allenatore, trovato poi in quel Rudi Garcia capace di ricostruire una squadra dalle ceneri e portare la Roma in Champions League. Obiettivo anche del Milan, che però disputa una stagione da incubo: le possibili promesse di rinforzi di peso vengono disattese (in estate il colpo è il ritorno in prestito di Kakà, che arriva insieme a Poli, Matri, Zapata, Saponara e Silvestre, a gennaio vengono inseriti Rami ed Essien) e l’avventura in rossonero di Allegri si conclude il 12 gennaio 2014. Al Mapei Stadium va in scena un Sassuolo-Milan in cui Domenico Berardi si scatena e vince di fatto la partita da solo, segnando tutti e 4 i gol dei suoi nel 4-3. In panchina, a guidare lui e gli altri neroverdi, c’è un certo Eusebio Di Francesco, di fatto giustiziere del livornese, che viene sostituito da Clarence Seedorf e resta sei mesi fuori, prima delle clamorose dimissioni di Antonio Conte e l’arrivo alla Juventus.


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