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Roma accoglie il piccolo principe: Miralem Pjanic, il nuovo gioiello della Città Eterna

di Alessio Milone

Grinta e delizia, corsa ed eleganza. Miralem Pjanic è un mix di genialità, astuzia, classe, raffinatezza. Un talento cristallino, con una storia tribolata alle spalle fatta di guerra civile e fughe in giro per l'Europa, impreziosito da una dote naturale che gli ha consentito negli anni di potersi costruire un futuro importante, in un mondo del calcio che ha sempre amato alla follia.

Cresciuto con il mito di Zinedine Zidane e con una profonda ammirazione per l'estro di Juan Roman Riquelme, "il piccolo principe" - come viene chiamato nel suo Paese, la Bosnia - ha deciso di approdare nella Città Eterna per conquistarla, per farla sua, per far innamorare di sé una piazza calda, passionale, ambiziosa. Centrocampista offensivo dal tocco delizioso e lesto, fulmineo nello scatto, e con un'ampia visione di gioco, Pjanic è sicuramente l'elemento giusto per una Roma che aveva bisogno esattamente di uno come lui.

Nato il 2 aprile del 1990 a Zvornik, piccola cittadina boasniaca bagnata dal Dirna, al confine tra la Bosnia Erzegovina e la Serbia, il piccolo Miralem è costretto immediatamente a cambiare casa. Papà Fahrudin - a sua volta calciatore - e mamma Fatima evitano a lui e ai suoi due fratellini - Mirza ed Emina - gli orrori della guerra, scegliendo prima la Germania, poi il Lussemburgo come nuova casa. Qui, il piccolo principe inizia a calciare i primi palloni, e trova nell' FC Schifflange 95 la sua prima squadra, con monsieur Gui Hellers, storica figura del calcio belga, che ne intuisce immediatamente le potenzialità, facendolo crescere e offrendolo, dopo quattro anni di duri allenamenti, al Metz, in Francia. Il club transalpino rimane impresso dal suo enorme potenziale, e gli fa firmare, a soli 14 anni, il suo primo contratto, seppur dilettantistico.

Anno 2006: è il momento del grande salto. Dopo due campionati giocati da protagonista nelle formazioni giovanili, che gli consentono di ottenere un prolungamento di altri cinque anni, il Metz lo inserisce prima nella squadra amatoriale, poi, dopo appena una stagione, capendo le sue immense qualità, gli fa timbrare il tanto atteso esordio nella emozionante Ligue 1. E' il 18 agosto 2007, e si gioca la quarta giornata di campionato contro il glorioso Paris Saint Germain: al 25’ del secondo tempo, Miralem dà il cambio a Renouard, disputando venti minuti più che buoni di partita. Il match termina a reti bianche, ma Pjanic suscita una buona impressione a mister De Taddeo: a fine stagione, il piccolo principe collezionerà trentadue presenze in Ligue 1, impreziosite da quattro bellissime reti.

Novembre 2007: il Metz gli propone un altro prolungamento contrattuale. Ovviamente, stavolta si parla di contratto professionistico, con Miralem che non ci pensa due volte, firmando per altri tre anni con il club della Lorena. E' il momento, tra l'altro, di stabilire per quale nazionale giocare: ha tre passaporti - bosniaco, lussemburghese e francese - e dunque tre possibilità di scelta. A prevalere, però, è il forte legame nei confronti della sua terra, delle sue origini: Pjanic decide, dunque, di diventare il nuovo mediano offensivo della Bosnia.  

All'orizzonte, però, ci sono tempi difficili: perché il Metz entra in un periodo di crisi, retrocede in campionato, e ha bisogno di fare cassa. Mezza Europa si fa avanti per Pjanic, che capisce di essere costretto a cambiare nuovamente casa. Il Lione è la squadra che la spunta, pagando otto milioni di euro e assicurandosi il talento di quello che pian piano si inizia a considerare "l'erede di Juninho". Perché così succede: al ritiro del campione brasiliano, la maglia numero otto passa a Pjanic, che ne difende alla grande l'onore. Esordisce in Champions League, con il Lione che, anche grazie a lui, nel 2009-2010 si mette in mostra, arrivando in semifinale nella maggiore competizione europea (proprio di Miralem, tra l'altro, il gol che vale il passaggio ai quarti di finale, siglato al Bernabeu contro il Real Madrid).

Il resto è storia recente. Arriva la Roma, fa un'offerta importante, rende suo il piccolo principe. Mirialem cambia nuovamente casa: si trasferisce all'ombra del Colosseo, per vestire il giallorosso e sentire sulla pelle il calore e l'entusiasmo dell'Olimpico. Firma, saluta i compagni, si trasferisce nel cuore dell'Italia. Pronto per un'altra avventura, sicuro di regalare ancora un mare di emozioni e di spettacolo.


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