.

Roma regina di qualificazioni paradossali: quel precedente del 2002...

di Gabriele Chiocchio

16 gol subiti, seconda peggior difesa della fase a gironi della Champions League, sconfitte sconfortanti per avversario (a Borisov) e per punteggio (a Barcellona), il mezzo psicodramma di Leverkusen, una sola, sudatissima vittoria, 6 punti e qualificazione agli ottavi ottenuta. È stato quantomeno sui generis il percorso europeo della Roma, decisamente poco apprezzato dai tifosi, magari più attenti al pessimo momento della squadra a livello di gioco che memori di tante beffe dentro e anche fuori i confini italici. Beffe, sì, ma non solo: non è infatti la prima volta che la Roma ottiene la qualificazione in un girone di Champions League con modalità paradossali e a loro volta beffarde per le avversarie del raggruppamento.

È la stagione 2002/2003 e la Roma di Fabio Capello viene inserita nel Gruppo C, con il Real Madrid Campione d’Europa in carica, i greci dell’AEK Atene e gli esordienti belgi del Genk. Un girone tutto sommato abbordabile almeno per l’obiettivo secondo posto, ma che la Roma si complica specialmente a causa di enormi problemi in attacco. 0 gol segnati nel primo match perso in casa col Real Madrid (che ne fa 3 a spasso), 0 anche ad Atene nella seconda giornata a reti bianche. La prima marcatura europea stagionale la firma Antonio Cassano, con un disperato colpo di testa dal limite dell’area che pesca fuori posto il portiere del Genk e che regala ai giallorossi tre punti pesantissimi, ma non la convinzione necessaria per battere anche a ritorno i belgi, che all’Olimpico rimediano uno 0-0, che lascia il conto dei gol segnati dalla Roma a 1 in quattro partite. La trasferta del Bernabeu del matchday 5 sembra un Everest, ma lo scalatore ha il nome di Francesco Totti, che buca Casillas regalando a un’italiana il successo (rigorosamente di misura) nella capitale spagnola dopo 35 anni e portando la Roma a 8 punti, a pari merito con i Blancos, in calo dopo le prime due partite e fermati in entrambi i match sul pari dall'AEK. Nell’ultima giornata la Roma ospita i greci e il Real Madrid vola in Belgio per giocare contro il Genk, seppellito sotto 6 gol in Spagna. Incredibilmente la squadra di Del Bosque viene fermata sull’1-1 e a una manciata di secondi dal 90’ la Roma è avanti con il suo terzo, risicatissimo gol di tutto il torneo, siglato da Marco Delvecchio, e dunque prima in classifica. Ci pensa poi il costaricense Walter Centeno, a tempo scaduto, a rimediare il sesto pareggio su sei partite per i suoi e a infrangere i sogni dei giallorossi, che senza quel gol avrebbero vinto un girone di Champions League comprendente i Galacticos con la miseria di tre reti segnate. Con uno score simile anche il secondo posto ottenuto resta un qualcosa di clamoroso, soprattutto a fronte di squadre eliminate con 9 (Bayern Monaco), 11 (Olympiacos, Lens) o addirittura 12 gol messi a segno (Maccabi Haifa, Lione, Liverpool): tredici anni dopo la Roma ha cambiato totalmente volto e per fortuna il risultato è stato lo stesso.


Altre notizie
PUBBLICITÀ