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Roma si affida al gigante Maarten: esperienza e qualità, una garanzia di sicurezza

di Alessio Milone

Uno come lui, lì dietro, dà sempre sicurezza. Un gigante dalla presa ferrea, un portiere che nonostante i 194 cm di altezza è dotato di ottimi riflessi e un'incredibile agilità. Maarten Stekelenburg, estremo difensore della nazionale olandese e, oramai, ex capitano dell'Ajax, a breve sarà un giocatore della Roma. Cambia maglia dopo una vita trascorsa ai lancieri, club che lo ha prelevato, appena quindicenne, dal VV Schoten, e che lo ha cresciuto e fatto esplodere, dandogli fiducia quando, nel 2004, appena ventiduenne l'allora tecnico Ronald Koeman decide di promuoverlo titolare. Mossa coraggiosa ma coerente con le idee di un Ajax basato su una chiara filosofia: dare spazio ai giovani. Un infortunio, però, mette al giovane Maarten i bastoni tra le ruote, con Lobont – sì, proprio l'attuale terzo portiere giallorosso – che solo per quel campionato gli “ruba” il posto. Stekelenburg chiuderà la stagione con sole undici presenze.

L'anno successivo torna, però, titolare, nonostante un altro infortunio rimediato in un'amichevole con il Boca Junior, che lo costringe a fermarsi per più di un mese. Maarten, stavolta, riesce a imporsi: gioca una più che buona stagione, culminata con la vittoria della Coppa d'Olanda, e diviene oramai un perno fondamentale per i lancieri, che decidono di rinnovargli il contratto fino al 2008.

Titolare inamovibile sotto le “gestioni” di Henk ten Cate e Adrie Koster, perde invece il posto a favore di Vermeer nella stagione 2008/2009, a causa dell'ennesimo infortunio che lo costringe a stare fuori per qualche mese. Marco Van Basten, allora tecnico dell'Ajax, decide di farlo ristabilire con calma, e non mettergli pressioni. Mossa giustissima: stagione 2009/2010, Stekelenburg torna titolare, con Martin Jol, mister che succed all'ex attaccante del Milan sulla panchina dei lancieri, che lo considera inamovibile. La Società gli propone, tra l'altro, un rinnovo contrattuale che Maarten accetta, e che lo vincola al club di Amsterdam fino al giugno 2012.

A proposito di infortuni: l'ultimo risale allo scorso marzo quando, in allenamento, si rompe un dito della mano destra. Probabilmente, è questo l'unico vero tallone d'achille di Stekelenburg - portiere che, per il resto, è un'assoluta garanzia -: una propensione, forse eccessiva, a dare forfait per problemi fisici. I suoi tanti stop, comunque, non ne hanno condizionato l'ascesa, né con l'Ajax né con la Nazionale oranje, che decide di promuoverlo titolare immediatamente dopo il ritiro di Edwin Van Der Sar. Primo portiere ai Mondiali sudafricani, secondo, appunto, dell'ex estremo difensore bianconero a Germania 2006. Divenuto, invece, titolare in seguito a un infortunio di Van Der Sar a Euro 2008: di esperienza, Stekelenburg, ne veramente ha da vendere.

Adesso, per lui, c'è la Roma. Dopo quattordici anni di Ajax, dopo essere diventato una bandiera del club biancorosso e averne difeso i colori da capitano, Stekelenburg cambia capitale, trasferendosi all'ombra del Colosseo. Roma, dal canto suo, è pronta ad accoglierlo. Per affidargli le chiavi della retroguardia, e renderlo uno dei pilastri fondamentali dell'ossatura giallorossa.


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