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Salah, che succede? Da quel maledetto derby la Roma ha perso la sua freccia

di Claudio Lollobrigida

8 novembre 2015: la Roma vince 2-0 il derby con la Lazio e, come lo scorso anno in questo periodo, pare ancora lanciata verso una stagione soddisfacente. Ma, esattamente come la stagione passata, basta una folata di vento per far crollare il castello di carte: la caduta vertiginosa in campionato, le batoste in Champions League, l'eliminazione in Coppa Italia per mano dello Spezia e, per finire, l'esonero di Garcia. La squadra perde ogni certezza e, allo stesso modo, i suoi giocatori simbolo. E' il caso di Mohamed Salah, per il quale quel derby con la Lazio simboleggia un vero e proprio spartiacque nella stagione. Anche senza aver seguito passo passo il peggioramento dell'egiziano settimana dopo settimana, per avere un quadro della situazione sarebbe sufficiente analizzarne i numeri: fino all'8 novembre Salah gioca 11 partite per 830 minuti totali, mettendo a segno 5 gol con un impatto quasi devastante alla realtà romanista, proprio come accaduto a Firenze; da quel momento in poi, invece, il buio, con appena 6 presenze e 440 minuti all'attivo, senza neanche una rete.

Che cosa è successo a Salah? La prima causa porta, inevtabilmente, il nome di Senad Lulic, autore in quel derby di un'entrata killer che non ha fratturato la caviglia dell'ex Chelsea soltanto per l'accadimento di un miracolo. Da quell'episodio in poi Salah ha perso una parte di quell'esplosività che lo ha reso un vero e proprio incubo per le difese avversarie e motore della maggior parte delle azioni di attacco della Roma. Se a questo si aggiunge una certa sfiducia per la caduta libera della Roma, ne consegue che le gambe non girano e la testa non è lucida. Settimana dopo settimana sia Spalletti che il pubblico romanista si aspettano di ritrovare il Salah capace di segnare fantastici gol come con il Sassuolo o la Fiorentina, o di spaccare in due la partita con una fuga solitaria delle sue; invece quello che arranca in campo, perso in continui giri a vuoto, è il lontano parente di se stesso, calciatore abulico e dalle polveri bagnate. Se la sua mancanza fa così tanto rumore, è solo per l'imprescindibilità del calciatore: Salah, torna, la Roma ha bisogno di te.


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