Squadra sempre sbilanciata, troppi i rischi
Che di fronte ci sia la Juventus o il Bologna, Matri o Di Vaio, il punto debole della Roma di Luis Enrique è sempre lo stesso: il rischio di sbilanciarsi, prestando così il fianco al contropiede avversario da cui puó scaturire un gol. Anche in questo primo turno d'andata contro i rossoblù di Pioli non è stato diverso, l'esperto Di Vaio ha tenuto in costante soggezione la difesa giallorossa, realizzando dapprima il vantaggio bolognese e poi andando ad un passo dal raddoppio, evitato solo grazie ai buoni riflessi dell'olandesone Stekelenburg. Così non va, si rischia troppo e il problema non è semplice da risolvere. La difesa è quello che è, terzini come Rosi e Taddei (o Josè Angel quando gioca lui) sono elementi abbastanza validi, Rodrigo addirittura adattato in un ruolo diverso dal suo, ma non quello che serve per il salto di qualità. Al centro la situazione è parimenti complicata: Heinze finché ha potuto giocare vicino a Burdisso ha dato certe garanzie, peró al fianco del discontinuo Juan o dell'oggetto misterioso Kjaer non riesce ad essere altrettanto competitivo. Ulteriore problema, il prolungarsi dell'assenza per infortunio di De Rossi, che in fase difensiva riesce sempre a metterci una pezza quando serve. Apprezziamo l'atteggiamento di Luis Enrique che cerca sempre di tutelare i suoi ragazzi, di difenderne le prestazioni anche negative e di continuare ad affermare che non c'è bisogno di rinforzare la rosa. In ogni caso, se questa attuale può essere considerata un'annata di transizione, nella prossima bisognerà iniziare a dimostrare qualcosa. Per poterlo fare è indispensabile organizzarsi per tempo.