Strootman supera la prova del nove
Fonte: Luca d'Alessandro
È il minuto 84’ del secondo tempo quando Daniele De Rossi calcia volontariamente il pallone in fallo laterale per mettere alla Roma di effettuare il cambio. Il quarto uomo alza la lavagnetta luminosa: in rosso compare il numero 20, fuori Keita; in verde compare il numero 6, un numero fino a due stagioni fa era stato ritirato perché, dopo Aldair, nessuno era stato degno d’indossarlo: quel numero però, ora è di Kevin Strootman. Entra lui! Dal 9-03-14 al 9-11-14 sono passati esattamente otto mesi dal suo infortunio patito al San Paolo di Napoli, che lo ha tenuto lontano dai campi costringendolo a saltare un Mondiale che lo avrebbe visto come uno dei grandi protagonisti dell’Olanda di Van Gaal terza classificata. Un ritorno al calcio giocato cotto e mangiato, con tanto di voci, poi smentite dai fatti, di un suo graduale recupero prima con la Primavera di De Rossi, poi con la prima squadra nella trasferta di Bergamo tra due settimane contro l’Atalanta. Kevin però non è un calciatore normale, lo ha dimostrato nella sua carriera: più giovane capitano orange della storia, giocatore che è un mix esplosivo, come il suo sinistro, di grinta, tecnica, personalità e saggezza tattica, caratteristiche con cui è entrato da subito nel cuore dei tifosi della Roma. Subito dunque una prova del nove per Kevin, in tutti i sensi visto che come già detto la data del suo infortunio e rientro è proprio il 9, così come 9 sono i minuti giocati (6+3 di recupero, a pensarci bene cifre simili al suo numero di maglia e i gol segnati dalla Roma al Torino). L’emozione dei tifosi al momento del suo ingresso in campo si è trasformata nell’ovazione dell’Olimpico a ogni suo tocco al pallone. Olè a ogni suo passaggio hanno colorato gli ultimi minuti di una partita che ormai aveva già detto tutto quello che poteva dire. I compagni lo hanno capito e hanno cercato il più possibile Strootman che non si è tirato mai indietro nel farsi trovare disponibile a giocare il pallone. Passaggi corti e facili per riprendere il contatto col campo in vista d’impegni più probanti. L’istinto è quello del gladiatore, tanto da andare a contrastare subito un giocatore del Torino, per poi tirare il freno a mano ed evitare il contatto. Ora avrà a disposizione altre due settimane per migliorare la sua condizione fisica e ritrovare la confidenza col campo. Nel frattempo…bentornato Campione!