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#Totti40 - Francesco Totti dalla A alla Z

di Redazione Vocegiallorossa

Aldair, l’ultimo capitano della Roma. Dal 1998, anno in cui il brasiliano gliela cedette, ad oggi, nessun’altro è stato capitano al posto di Totti. A anche come Aalst, la città dove Totti segnò il suo primo gol europeo, nel lontano 1995.

Barzellette e quel libro che hanno sdoganato l’uomo Totti, non più solo come calciatore ma anche come ragazzo autoironico e attivo nella beneficenza. Ma anche B come Brescia, lo stadio dove fece il suo esordio con la maglia della Roma, o benzinaio, il lavoro che Totti ha sempre detto che voleva far fin da piccolo, a causa di quel portafoglio pieno di soldi così allettante per un bambino.

Cassano, “il più forte con cui ho giocato”, ha sempre ammesso Totti. I due figli, Cristian e Chanel, ma forse più di tutto c’è il cucchiaio, il suo marchio di fabbrica.

D che vuol dire solo e soltanto Derby. Primo marcatore della storia con 11 gol nella stracittadina, recordman di presenze con 43 sfide giocate e altre due ancora da vivere.

Europei, più precisamente quelli del 2000, forse la miglior manifestazione mai giocata da Totti con la maglia della Nazionale.

La F ha un’unica proprietaria: mamma Fiorella, l’inizio di tutto e ancora oggi la donna più importante nella vita di Totti. Ma anche Foggia, al quale segnò il primo gol con la Roma, o come Federer, amico e vera leggenda sportiva, come lui.

Gladiatore, che è il tatuaggio sul braccio, il suo film preferito, l’emblema della romanità in tutto il mondo. Ma anche Giannini, il mito giovanile o Golden Foot, il premio personale più importante della carriera, in attesa del Golden Ball….

Hip hop, un genere non troppo amato da Totti, che preferisce Ligabue. Ma Fabri Fibra gli ha dedicato il ritornello di una canzone. Il titolo? “Come Totti”

Ilary e Isabel serve altro per la lettera I?

J come Juventus, l’altra grande avversaria di una vita insieme alla….

Lazio, appunto.

M come Mondiale quello del 2006, quello del rigore all’Australia, quello del Circo Massimo, quello del recupero miracoloso dall’infortunio.

Poi c’è Nesta, uno dei pochi veri amici nel mondo del calcio di Totti, ma anche l’avversario di una vita. Prima da bambino, poi da grande con la maglia della Lazio, infine da adulto con il Milan.

Olimpico, lo stadio che ha visto le gesta di Totti anno dopo anno. Ancora oggi il grande teatro dove il mito va in scena ogni domenica.

Alla P c’è Piola, il goleador di tutti i tempi in Serie A. 274, i gol di Piola, meno 250, i gol di Totti, fa 24. Quelli che gli rimangono per raggiungere l’Olimpo. Difficile, forse. Impossibile, mai, almeno per Francesco Totti.

Quaranta. Eh sì, sono proprio quelli. Meglio due volte venti? Forse quattro volte dieci, come l’hashtag ufficiale di oggi: 4x10.

Roma=Totti. Punto.

Sensi, il suo Presidente. “Franco Sensi mi ha dato il cuore e l’anima”, cos’altro aggiungere?

Tibia, quel maledetto osso che stava per rovinare la sua carriera. Sono passati dieci anni e Totti è ancora lì, sul campo, a dare spettacolo. Ah sì, T è anche Totti

Unicef, che vuol dire anche beneficenza. Silenziosa, mai pubblicizzata e sempre fatta per aiutare il prossimo. Unico anche in questo.

Vujadin Boskov. Mihajlovic insiste nel prendersi i meriti dell’esordio di Francesco Totti. La verità la sanno solo i protagonisti, ma quel che è certo è che il compianto allenatore serbo sia stato il primo a lanciarlo nel calcio dei grandi.

Ceco di nazionalità e cieco nei confronti di Totti. ZZ, non serve nemmeno il nome.


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