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Tutti i difetti della Roma ranieriana

di Massimo De Caridi

Come fa una rosa da scudetto ad esser all’ottavo posto? Analizziamo nel dettaglio i problemi della squadra di Ranieri.

Tecnico

Partiamo proprio dal mister di San Saba, che per la prima volta ha potuto gestire la squadra sin dal primo giorno, a differenza dello scorso campionato, quando prese in mano i giallorossi dalla trasferta di Siena, terza giornata del girone d’andata. Nella passata stagione, Ranieri fu molto bravo a miscelare i pregi del suo predecessore Spalletti (preparazione atletica e schemi offensivi) ed a introdurre 2 cose che erano mancate nell’ultima parte dell’altra gestione: entusiasmo ed un solido sistema di gioco difensivo. Con queste armi la Roma fece una rimonta che portò addirittura i giallorossi a superare l’Inter di Mourinho, che poi avrebbe vinto tutto. Se non fosse stato per il blackout in Roma-Sampdoria, oggi parleremmo della squadra campione d’Italia per la quarta volta.

E allora cos’è successo quest’anno? Sin dal ritiro di Riscone di Brunico, il mister testaccino ha cambiato modo di gestire il gruppo, parlando di Europa League come obiettivo stagionale e da lì in poi prendendosela sempre con questo o quel calciatore per una sconfitta o una mancata vittoria. Tutti quelli che erano presenti al ritiro, si resero conto del diverso tipo di preparazione fatta rispetto a quella spallettiana e veniva assicurato loro che avrebbe dato i suoi frutti nella fase calda del torneo, cioè più o meno per questo periodo. Proprio l’ultima gara contro il Napoli, persa da tutti i punti di vista, ha dimostrato che la Roma continua ad esser sempre in ritardo sul pallone.

La mancanza di un qualunque tipo di gioco ne acuisce i difetti. Persino i giocatori più bravi e che saltano con facilità l’avversario, come Vucinic e Menez, sono costretti a cercare sempre lo spunto personale partendo da lontano e non arrivando quasi mai lucidi sotto porta. Ranieri ha tentato di far adattare i suoi uomini al 4-4-2 per molte partite, compreso il secondo tempo contro i partenopei, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: 1 tiro in porta in 45’ fatto dall’invenzione personale di Jeremy Menez. La manovra dei romanisti è prevedibilissima, mai una sovrapposizione, mai un triangolo, mai un cross dalle fasce, mai un tiro da fuori area, sempre lanci lunghi e palle buttate al centro dell’area di rigore, facile preda di difensori e portiere avversari.

Squadra

Per quanto riguarda i giocatori, oltre all'evidente mancanza di entusiasmo, sottolineato dagli stessi, l'incertezza a livello societario può pesare ma sino ad un certo punto come si è visto l'anno scorso, quale può esser il problema? Una possibilità è che questi giocatori, dopo tanti anni passati insieme, abbiano perso le motivazioni e ci sia bisogno di rinnovamento. Prendiamo ora in esame i vari reparti.

In fase difensiva le cose non vanno certamente bene: la Roma ha una delle peggiori difese del campionato, pur potendo disporre di centrali del calibro di Mexes, Burdisso e Juan e di laterali come Cassetti, uno dei migliori della stagione, e Riise, che, nonostante non stia vivendo una grande annata, è in ogni caso un ottimo giocatore. Lo stesso Julio Sergio, alle prese con molti infortuni muscolari, non è tornato ai livelli del passato campionato, ma è abbastanza affidabile.

Manca il filtro in mediana e l'appoggio alle punte, che dovrebbero assicurare i vari De Rossi, Perrotta, Simplicio e gli altri centrocampisti che ruotano di volta in volta e che stanno avendo un rendimento bassissimo, mentre poi vediamo gli stessi calciatori rendere diversamente con le loro nazionali.

In avanti, oltre ai già citati Menez e Vucinic, stanno mancando i gol di capitan Totti, che si danna l’anima per la maglia ma non può giocare più da trequartista come faceva un tempo. Borriello ha cominciato alla grande la stagione, ma ultimamente sembra un po’ in fase calante e forse meriterebbe qualche giornata di riposo. Adriano doveva esser la scommessa vinta dalla Roma ed invece è sempre più lontano dal grande lottatore e goleador ammirato nella precedente esperienza italiana e probabilmente non è più un vero giocatore.


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