Un Chi...occhio al Regolamento - Parma-Roma 3-2
Partita molto particolare, a causa delle condizioni atmosferiche, quella in cui il Parma ha sconfitto la Roma per 3-2, nella quale il team arbitrale guidato da Antonio Damato di Barletta ci lascia qualche spunto per la nostra consueta analisi sul Regolamento. Il nostro scopo non è infatti quello di proporre una pura e semplice "moviola", ma di spiegare in base a quali punti del Regolamento l'arbitro prende determinate decisioni.
Sicuramente, le condizioni del terreno di gioco sono state influenzate dalla pesante pioggia abbattutasi sullo stadio Tardini nelle ore precedenti alla partita. Il Regolamento affida però all'arbitro, e solamente a lui, la decisione sull'eventuale impraticabilità del terreno di gioco e sul conseguente rinvio della partita:
1) Il giudizio sulla impraticabilità del terreno di gioco, per intemperie o per ogni altra causa, è di esclusiva competenza dell’arbitro designato a dirigere la gara.
(…)
(da “Il Regolamento dei Giuoco del Calcio”, edizione 2011, Decisioni Ufficiali FIGC per la Regola 1 “L’arbitro”)
L’impraticabilità può essere dettata da diverse cause:
Quali sono le cause che determinano l’impraticabilità del terreno di gioco?
a) neve o fango: quando l’entità è tale da non consentire il rimbalzo del pallone ed ai calciatori di giocarlo regolarmente;
b) ghiaccio: quando, in più zone del terreno di gioco, vi sono strati di ghiaccio o di neve ghiacciata che costituiscono pericolo;
c) pioggia o allagamenti: quando il pallone non rimbalza, galleggia in più zone del terreno di gioco e quando le diffuse pozzanghere non consentono una idonea segnatura del terreno stesso;
d) vento: quando la sua intensità non permette al pallone di rimanere fermo nelle riprese di gioco;
e) insufficiente visibilità a causa di nebbia o sopraggiunta oscurità: quando l’arbitro non è in grado di vedere, da una porta, la totalità del terreno di gioco; naturalmente, compresa la porta opposta.
(da “Il Regolamento dei Giuoco del Calcio”, edizione 2011, Decisioni Ufficiali FIGC per la Regola 1 “L’arbitro”)
Damato, nonostante, soprattutto nel secondo tempo, il pallone non rimbalzasse in diverse zone del terreno di gioco, soprattutto sulle fasce laterali, ha valutato che il terreno di gioco fosse idoneo a giocare una partita di calcio, dunque la partita non è stata sospesa. I giocatori, almeno apparentemente, non hanno reclamato contro tale decisione, ma anche lo avessero fatto non avrebbero potuto avere voce in capitolo, in quanto è solo l'arbitro a poter decidere.
Al 23', il centrocampista del Parma Marco Parolo entra in scivolata per cercare di recuperare il pallone, in possesso di Michael Bradley. L'ex giocatore del Cesena riesce nel suo intento senza venire a contatto con il centrocampista statunitense, ma l'arbitro fischia un calcio di punizione in favore della Roma per gioco pericoloso:
Per "gioco pericoloso" si intende una qualsiasi azione di un calciatore che, nel tentativo di giocare il pallone, mette in pericolo l'incolumità di qualcuno (incluso se stesso). Il gioco pericoloso viene commesso quando c'è un nelle vicinanze un avversario, al quale si impedisce di giocare il pallone per timore di infortunarsi.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 12 "Falli e Scorrettezze").
A giudizio dell'arbitro, la scivolata di Parolo ha messo in pericolo l'incolumità di Bradley che, consapevole del pericolo, non ha giocato il pallone. L'arbitro ha ravvisato per questo motivo, e non per altri, giacché alza il braccio segnalando dunque un calcio di punizione indiretto, l'irregolarità di Parolo.
Al 53', Ishak Belfodil calcia via il pallone dopo un fischio di Damato, che aveva ravvisato una sua infrazione di fuorigioco. Tutto ciò ritarda la ripresa del gioco, e il fischietto di Barletta ha per questo ammonito l'attaccante del Parma:
Un calciatore titolare deve essere ammonito, mostrandogli il cartellino giallo, se commette una delle sette infrazioni seguenti:
(...)
4) ritarda la ripresa del gioco;
(...)
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 12 "Falli e Scorrettezze").
Stessa cosa accade al portiere Antonio Mirante, che all'84' impiega più tempo del normale per battere un calcio di punizione in favore della sua squadra, andando oltre quella soglia di tolleranza applicata da fischietti e assistenti in situazioni simili.