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Un Chi...occhio al Regolamento - Roma-Chievo 0-1

di Gabriele Chiocchio

Nel corso della gara tra Roma e Chievo conclusasi con la vittoria per 1-0 della squadra di Corini, il team arbitrale guidato da Sebastiano Peruzzo ha fornito qualche spunto per analizzare alcuni punti del regolamento. Lo scopo della rubrica non è infatti quello di proporre una pura e semplice "moviola", ma di spiegare in base a quali punti del Regolamento l'arbitro prende determinate decisioni.

All'8', l'attaccante del Chievo Cyril Thereau resta a terra infortunato. Per l'arbitro non è stata commessa un'infrazione e il gioco prosegue, con la Roma che mette fuori il pallone per permettere i soccorsi al francese. E' esclusiva responsabilità dell'arbitro decidere se interrompere o meno il gioco in caso di infortuni a calciatori:

L’arbitro:
(...)
interrompe la gara se, a suo giudizio, un calciatore è gravemente infortunato e si assicura che sia trasportato al di fuori del terreno di gioco; tale calciatore potrà rientrare sul terreno di gioco solo quando il gioco sarà ripreso e dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’arbitro;
(...)

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 5 "L'arbitro").

Peruzzo non ha considerato grave il problema di Thereau e non ha interrotto il gioco, contrariamente ad esempio a quello che è accaduto al 51', quando Ivan Piris ha preso un colpo in testa e il gioco è stato prima fermato e poi ripreso con una rimessa da parte dell'arbitro (la cosiddetta "palla scodellata").

Al 26', Miralem Pjanic prova a controllare un pallone che giunge dalle retrovie e si aiuta con un braccio, commettendo un fallo di mano. La discriminante perché un contatto con il braccio sia falloso è la volontarietà, che il Regolamento aiuta a rilevare tramite quattro fattori:

Il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l'arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:

- il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
- la distanza tra l'avversario e il pallone (pallone inaspettato);
- la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un'infrazione;
- il toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (come indumenti, parastinchi ecc.) è considerato come un'infrazione alla stregua di un fallo di mano;
-il colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi ecc.) è da considerarsi un'infrazione alla stregua di un fallo di mano.

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del gioco e linee guida per arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")

Peruzzo ha dunque fischiato il calcio di punizione perché ha ravvisato volontarietà di giocare il pallone con la mano da parte del numero 15.

Al 45'+1, Daniel Pablo Osvaldo tenta di involarsi verso la porta di Puggioni venendo fermato fallosamente da Paul Papp. L'arbitro ha ammonito il difensore del Chievo, resosi protagonista di un comportamento antisportivo:

Un calciatore dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo se ad esempio:
(...)
commette un fallo con il fine tattico di interferire o di interrompere una promettente azione d’attacco;
(...)


(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")

L'arbitro ha ravvisato in Papp la volontà di interrompere la promettente azione di attacco di Osvaldo e ha dunque esibito il cartellino al giocatore del Chievo.


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