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Un Chi...occhio al Regolamento - Roma-Siena 1-1

di Gabriele Chiocchio

Partita senza episodi significativi a livello di punteggio quella che ha visto la Roma impattare sul pari contro il Siena, ma con qualche interessante spunto a livello regolamentare da analizzare.

Partiamo dalla fine, ovvero dal fischio finale della partita, che avviene dopo l’assegnazione di un calcio d’angolo per la Roma. I minuti di recupero erano scaduti in quell’esatto istante e Guida impedisce alla Roma di battere il corner emettendo il triplice fischio e scatenando le proteste dei giocatori in maglia giallorossa. Proteste immotivate, perché il tempo scaduto può essere prolungato solo ed esclusivamente se viene assegnato un calcio di rigore per una delle due squadre.

Se un calcio di rigore deve essere eseguito o ripetuto, la durata di ciascun periodo di gioco deve essere prolungata fino a che il calcio di rigore avrà prodotto il proprio effetto.
(da Il Regolamento del Giuoco del Calcio ed. 2009 – Regola 7: La Durata della Gara)

Da notare la dicitura “fino a che il calcio di rigore avrà prodotto il proprio effetto”, che significa che un calcio di rigore battuto oltre la scadenza del recupero non prevede un’eventuale nuova giocata del pallone dopo la respinta del portiere. Tornando al caso del calcio d’angolo, era prassi fino alla scorsa stagione accordare ulteriore recupero per permetterne la battuta, ma da questa stagione è disposizione arbitrale concludere la partita allo scadere dello stesso, salvo ulteriori interruzioni che possono portare ad un prolungamento. Lo dimostra un caso analogo avvenuto nella prima partita dell’anno, Milan-Lazio, nel corso della quale ai rossoneri non è stato permesso di battere un calcio d’angolo a recupero terminato.

Altro caso interessante da analizzare è quello relativo al contrasto di testa tra Simon Kjaer e Francesco Bolzoni, che ha provocato una ferita sul capo del centrocampista senese, che ha iniziato a sanguinare. L’arbitro ha giustamente costretto il centrocampista, che aveva la maglia impregnata di sangue, a uscire dal campo per farsi suturare la ferita. E’ infatti assolutamente vietato, per ovvie ragioni igieniche, permettere a un calciatore che sanguina di proseguire il gioco e quindi di venire a contatto con compagni e avversari.

L’arbitro:
(…)
si assicura che un calciatore che presenti una ferita sanguinante esca dal terreno di gioco. Il calciatore potrà rientrarvi solo dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’arbitro, il quale deve accertarsi che la perdita di sangue sia stata arrestata;

(da Il Regolamento del Giuoco del Calcio ed. 2009 – Regola 5: L’arbitro)

Un calciatore che ha una ferita sanguinante deve uscire dal terreno di gioco e vi potrà tornare solo a seguito di autorizzazione dell’arbitro che dovrà anche accertarsi che la perdita di sangue sia stata arrestata; un calciatore non può indossare equipaggiamento macchiato di sangue;
(da Il Regolamento del Giuoco del Calcio” ed. 2009 – Interpretazioni e linee guida della Regola 5: L’arbitro)

Bolzoni è stato dunque inoltre costretto a cambiare la sua maglia, ormai più rossa che bianca per il sangue che il centrocampista aveva perso dopo il contrasto col danese. In un calcio a volte definito "sporco", è rimasto ancora qualcosa di pulito.


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