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Una sola parata e quattro gol subiti: Rui Patricio in formato horror e una necessità troppo poco evidenziata

di Emiliano Tomasini
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini

“Per una squadra come la Roma non è possibile fare un punto nelle prime due partite di campionato”. C’è poco da aggiungere a queste parole di Lorenzo Pellegrini, deluso e arrabbiato dopo la sconfitta contro l’Hellas Verona. C’è poco da aggiungere sì, ma alcune riflessioni vanno necessariamente fatte. Dopo che per due anni il punto di forza della Roma di Mourinho è sempre stata la difesa, in queste prime due gare del campionato 2023-24 la retroguardia giallorossa è apparsa quanto mai in difficoltà. E ancor più dei difensori a preoccupare sono le prestazioni di Rui Patricio.

I DATI DI RUI PATRICIO NELLE PRIME DUE PARTITE - Quattro gol subiti in due gare basterebbero per raccontare l’inizio negativo del portiere portoghese, ma c’è dell’altro. Sono solamente cinque i tiri in porta subiti dalla Roma nelle prime due partite di campionato, quattro dei quali si sono trasformati in gol per Salernitana ed Hellas Verona. Senza difficoltà di calcolo, quindi, è evidente come Rui Patricio sia riuscito a parare un solo tiro in due partite. Qual è l’unico tiro parato dal numero 1 giallorosso? Quello lasciato partire da fuori area da Terracciano e respinto in maniera non ottimale (per usare un eufemismo) da Rui Patricio, che ha regalato a Duda la possibilità di segnare con il più semplice dei tap-in. Un solo tiro parato (non in maniera eccellente) su cinque subiti: in percentuale vuol dire che Rui Patricio è riuscito a parare solamente il 20% dei tiri subiti.

UN RENDIMENTO ORMAI DELUDENTE - In difesa di Rui Patricio, è giusto sottolineare come i due gol subiti da Candreva contro la Salernitana fossero senza dubbio due tiri molto complicati da parare e allo stesso modo sul tap-in di Duda e sul tiro di Ngonge c’era ben poco da fare. Il dato, però, resta sicuramente più che negativo. Statistiche a parte, a preoccupare è il rendimento in generale di Rui Patricio. Già nella passata stagione è stato protagonista di qualche scivolone di troppo, ma in questo inizio di campionato è apparso ancor più spaesato. Due anni fa è stato scelto da Mourinho per portare esperienza e sicurezza alla squadra, ma la sensazione è che il portiere portoghese non riesca più a trasmettere questa sicurezza ai compagni. 

LA ROMA E IL PROBLEMA PORTIERE - Nella passata stagione Rui Patricio ha perso il ruolo di portiere titolare della nazionale portoghese, superato da Diogo Costa. Il Portogallo ha così trovato un nuovo numero uno, più giovane e più affidabile. Da qui sorge una domanda spontanea: perché anche la Roma non prova a sostituire Rui Patricio? Economicamente, la situazione è complicata. Il portoghese ha un solo anno di contratto e dovrebbe restare in giallorosso fino a giugno 2024. Cederlo appare difficile e la Roma non avrebbe comunque la possibilità di fare un investimento importante per la porta. Si potrebbe quindi puntare sull'attuale portiere di riserva? Anche questa soluzione appare complicata. Come noto, dietro a Rui Patricio c’è Svilar, arrivato la scorsa stagione a parametro zero. Difficilmente infatti José Mourinho darà spazio a Svilar al posto di Rui Patricio, anche perché quando l’ex Benfica è stato chiamato in causa non ha neanche lui mostrato grandi capacità. Al di là della possibile futura plusvalenza che Svilar porterà (essendo arrivato a zero a qualsiasi cifra sarà ceduto sarà una plusvalenza), si fa fatica a capire la scelta della Roma di puntare su di lui. Quasi tutte le grandi squadre hanno ormai un secondo portiere di livello da alternare al titolare. Se anche non si vuole creare un’incertezza tra titolare e dodicesimo, il minimo sarebbe poter contare su un portiere di riserva che possa essere schierato senza remore quando necessario. Forse, più che ragionare con l'ottica di una futura plusvalenza, sarebbe stato più saggio puntare su un portiere di riserva che potesse dare sicurezza quando chiamato in causa. Nel corso di tutta questa estate, si è sottolineata l’assenza di un attaccante nella rosa della Roma. Con la cessione di Ibanez, è emersa una lacuna in difesa e viene spesso rimarcato come sugli esterni la Roma abbia bisogno di rinforzi. Nel calcio, però, più delle parole a contare è il campo. E quello che è emerso nelle prime due partite di campionato è evidente: la Roma avrebbe bisogno anche di un rinforzo in porta. 


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